Opere d’arte in lino sul Sentierone
La filiera internazionale nata a Bergamo

Il Linificio e Canapificio Nazionale insieme ad Albini, Martinelli Ginetto e Dyeberg ha realizzato un progetto unico ad Astino. E sul Sentierone le opere d’arte de Il Cavaliere Giallo.

Esaltare il forte legame con il territorio, spingere sulle eccellenze locali, tornando a ripensare a un’antica coltura che è ora alla base dell’economia tessile sostenibile internazionale. Il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè punta sul lino e lo fa all’interno del territorio bergamasco con un progetto a km zero, frutto della collaborazione tra eccellenze tessili locali: Albini Group, Martinelli Ginetto e Dyeberg.

Lo scorso aprile, infatti, il Linificio ha seminato due ettari di lino all’interno dell’area agricola di Astino, coltivazione che darà vita a mille kg di fibra di lino che saranno filati a Villa d’Almé. Un filo in limited edition, 100% made in Bergamo, tinto dalla Dyeberg che poi verrà acquistato in esclusiva da Albini Group per la realizzazione di tessuti per la moda e da Martinelli Ginetto per ricavarne tessuti per la casa.

Un progetto realizzato con il patrocinio del Comune di Bergamo, Confindustria e Camera di Commercio: «Dalla fondazione del Linificio e Canapificio Nazionale, e quindi da 150 anni, la nostra azienda ha avuto un rapporto privilegiato con il suo territorio. Un’intuizione della famiglia Ponti, fondatrice del Linificio, in una visione di crescita comune - spiega l’ad Pierluigi Fusco Girard -. Anche la famiglia Marzotto, a Villa d’Almè dal 1985, ha portato avanti questa filosofia tanto da volerla intensificare, con la convinzione che un’azienda deve co-evolvere con il suo territorio in un’ottica circolare». Anche perché Bergamo ha una peculiarità: «A partire dalla materia prima, ci sono tutti gli elementi sul territorio per dare vita alle fasi della catena tessile».

La filiera protagonista

Ci sono i campi, c’è la filatura, la tintoria, la tessitura. Ma anche la creatività, l’imprenditorialità e l’alta tecnologia: «Il nostro Gruppo ha partecipato al progetto con entusiasmo: da sempre siamo molti attenti ai progetti made in Bergamo e a una filiera tessile da valorizzare. Il lino, poi, è espressione del mondo tessile sostenibile, molto richiesto dal mercato» commenta Stefano Albini, presidente del Gruppo Albini. All’insegna di una lavorazione che «racconta la storia del nostro territorio - continua Matteo Greco, responsabile della Ricerca&Sviluppo della Dyeberg -, valorizzando la filiera a km zero e il know-how che appartiene al nostro territorio». Con un bel progetto già allo studio dalla Martinelli Ginetto: «Con questo lino abbiamo in mente di realizzare una limited edition di completi da letto che presenteremo alla Fiera Heimtextil di Francoforte 2020 - annuncia l’ad Alberto Paccanelli -. Questa è una bellissima storia da raccontare: unisce agricoltura, industrializzazione, creatività, cultura e sostenibilità».

Una squadra locale che rafforza i valori del Linificio: «La nostra azienda si basa su tre pilastri: tradizione, innovazione e sostenibilità. Si tratta anche dei tre elementi caratteristici del lino che, con questo progetto, è portatore di innovazione e sostenibilità» spiega Fusco Girard. Ecco anche perché il progetto industriale è celebrato con una serie di iniziative culturali organizzate in collaborazione con «Il Cavaliere Giallo» per festeggiare anche un «progetto nel progetto».

Da oggi i teli sul Sentierone

Si parte sabato 1 giugno con la mostra «Il Lino è Arte» in collaborazione con l’Accademia Carrara: 50 riproduzioni di dipinti su teli di lino sono esposti sotto i portici del Sentierone, stampati dalla Martinelli Ginetto. In contemporanea anche la mostra fotografica «Il Lino è Visione», con scatti realizzati da Il Cavaliere Giallo che raccontano, sempre sul Sentierone, la trasformazione del lino nella filiera bergamasca.

Serata speciale il 14 giugno quando, partire dalle 17.30 al Quadriportico, i protagonisti della filiera tessile si presenteranno mentre il «mondo» del lino sarà raccontato attraverso la musica e la danza. In anteprima sarà proiettato il video «Il lino danza in ogni fibra» realizzato dall’Allegra Brigata Cinematica. Prevista anche una performance su musiche di Donizetti del gruppo Le Molecole.

Per chi volesse visitare i campi di lino di Astino, basta invece percorrere la strada verso l’ex monastero. Sarà anche l’occasione per un pranzo (su prenotazione) o una cena ad Astino. Con preavviso si possono richiedere anche menù a base di lino. C’è anche un progetto didattico: già avviata una collaborazione con i Servizi educativi dell’Accademia Carrara per spiegare come nella storia la materia, in particolare il lino, abbia influenzato l’opera d’arte.

Crescita pianificata per tre anni

Un progetto che crescerà? «Sicuramente lo spazio per nuovi ettari ad Astino c’è: la nostra crescita sarà pianificata su tre anni – sorride Fusco Girard -. Per ora siamo stati contattati dalle Regioni Lazio, Emilia Romagna e Toscana, per delle consulenze: abbiamo fornito semi e competenza per la gestione di alcuni campi in cui la coltivazione del lino è stata avviata nel recupero delle tradizioni con lo scopo divulgare bellezza e nobiltà abbinate ad alte performance del lino. Qui la coltivazione è più didattica che tessile, ma è un punto di partenza».

Il tutto con un obiettivo: «Il riposizionamento del Linificio verso l’alto – continua l’ad -. Vogliamo ricollocarci sui mercati facendo riconoscere al mondo tessile la nostra eccellenza, l’elevata creatività, la nostra forte customizzazione e capacità di diversificare mercati e prodotti. Già il lavoro dello scorso anno ci ha permesso di crescere del 20% e in questo primo semestre siamo a +15%: contiamo di arrivare a fine anno a 50 milioni di fatturato con un +10%» continua Fusco Girard che annuncia anche investimenti sull’immobile di Villa d’Almè di 400 mila euro a fine anno e nuovi investimenti in tecnologie. Con una curiosità: «Proprio la canapa coltivata in quel d’Astino lo scorso anno è in fase di utilizzo in un progetto, il Bando Horizon della Comunità Europea, per la costruzione di una scocca di motorino con la fibra di canapa».

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