Posto pubblico: i cambiamenti
La preoccupazione dei trasferimenti

Sul punto di partenza sono tutti d’accordo: una riforma della pubblica amministrazione serve. Anche sui 44 punti contenuti nel decreto legge 90 («Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari»)

Sul punto di partenza sono tutti d’accordo: una riforma della pubblica amministrazione serve. Anche sui 44 punti contenuti nel decreto legge 90 («Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari») nel complesso il giudizio del sindacato è unanime, ma è negativo. Tanto che le organizzazioni sindacali del pubblico impiego (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa) a settembre sono pronte a chiamare a raccolta i lavoratori e a scendere in piazza.

Ma vediamo quali sono i nodi più contesi della riforma Renzi - che dovrebbe diventare legge il 23 agosto - affrontati lunedì 7 luglio nell’assemblea dei lavoratori del pubblico impiego (un centinaio i presenti) della nostra provincia. Innanzitutto va detto che i dipendenti pubblici occupati in Bergamasca sono circa 18 mila, il grosso concentrato nella sanità e negli enti locali.

Al momento ciò che sembra preoccupare maggiormente è la questione della mobilità interna.

Vale a dire che anche i dipendenti pubblici - come già accade nel privato - potranno essere trasferiti nel raggio di 50 chilometri per ragioni tecniche, organizzative e sostitutive. La cosa preoccupa proprio perché, nel mare magnum della pubblica amministrazione, in un’ottica di razionalizzazione delle risorse, eventuali trasferimenti non sono così improbabili. Altra nota dolente su cui hanno messo l’accento i sindacati è la cosiddetta messa in disponibiltà con relativo demansionamento.

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