Rinnovo dei contratti nazionali
Attesa per 100mila nella Bergamasca

Ben più di 100 mila lavoratori attendono a Bergamo il rinnovo dei loro contratti nazionali. La partita più grossa, almeno dal punto di vista politico, è sicuramente quella dei metalmeccanici, con le sigle che si presenteranno divise come accade ormai da qualche anno, nella discussione del rinnovo del Ccnl per circa 35.000 lavoratori.

Per il resto, 20.000 nel terziario, 17.000 nel pubblico impiego, 12.000 nella scuola, 10.000 tra chimici e gomma-plastica, 8000 bancari, 2000 tessili…Poi ci sono i dipendenti della Sanità privata, quelli dei consorzi di bonifica, delle telecomunicazioni, gli allevatori, i forestali, quelli delle farmacia… insomma, un vero e proprio esercito di lavoratori che aspetta il rinnovo del proprio Ccnl sia per accrescere tutele dal punto di vista normativo, che, possibilmente, ampliare la propria capacità di spesa, con gli aumenti contrattuali.

L’Istat, con una nota di oggi, venerdì 25 settembre, avvisa che alla fine di agosto 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 62% degli occupati dipendenti e corrispondono al 59% del monte retributivo osservato. Nello stesso mese, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,2% nei confronti di agosto 2014. Complessivamente, nei primi otto mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 38% nel totale dell’economia e del 19,9% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 56,3 mesi per l’insieme dei settori e di 39 mesi per quelli del settore privato.

Con la fine dell’estate, arriva la ripresa della stagione dei rinnovi contrattuali, in un momento economico che comincia a registrare i primi segnali di ripresa, ma in una condizione politica di grande incertezza. Allora, come se non bastassero le crisi aziendali, a «riscaldare» le temperature dell’autunno 2015 contribuirà il rinnovo di ben 23 contratti nazionali di categoria.

«La contrattazione - dice Giacomo Meloni, della segreteria Cisl provinciale - avrà un ruolo fondamentale: a essa sarà affidato il compito di recepire l’evoluzione normativa sulla riforma del lavoro giunta a completamento proprio in questi giorni».

«Riteniamo - continua il segretario Cisl di Bergamo - opportuno sia procedere al rinnovo dei contratti nazionali già scaduti, senza alcuna moratoria, come già dichiarato da Confindustria, che avviare la trattativa per la riforma del modello contrattuale scaduto nel 2014. È un errore che le altre sigle sindacali abbiano disertato l’incontro tecnico svoltosi in Confindustria lo scorso lunedì. La riforma del modello contrattuale è una necessità innanzitutto per i lavoratori perché il vecchio modello contrattuale lega gli aumenti salariali all’andamento dell’inflazione che è prossima allo zero».

«La Cisl ha nel mese di luglio presentato la sua proposta di riforma del modello contrattuale basato sui due livelli, nazionale che fissa i minimi salariali, anche per evitare l’intervento di legge da parte del Governo e aziendale o territoriale, garantisce il potere d’acquisto dei salari anche in rapporto alle attese inflazionistiche d’Europa. Il secondo livello, rafforzato attraverso un trasferimento di competenze dal contratto nazionale su aspetti normativi oltre che il salario di produttività e qualità. È prevista nella proposta Cisl anche l’istituzione di un salario di garanzia di importo significativo da erogare ai lavoratori delle aziende in cui non si fa contratto di secondo livello».

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