Sindacati e imprenditori: 100 mila firme per la petizione in difesa del tessile italiano

La «petizione congiunta in difesa del tessile-abbigliamento», promossa da sindacati e imprenditori, ha già raccolto in meno di un mese 100 mila firme in difesa della moda «made in Italy» e lunedì prossimo sarà presentata al governo. Soddisfazione tra sindacati e imprenditori che lunedì saranno a Palazzo Chigi, ricevuti dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e da numerosi ministri. Lunedì 21 febbraio sarà anche il Textile Day, una giornata di mobilitazione e di iniziative in 18 città italiane, dove delegazioni di imprenditori e sindacati, sempre congiuntamente, incontreranno i rappresentanti delle istituzioni locali. La petizione «per un commercio trasparente, equo e sostenibile nel settore tessile-abbigliamento» è rivolta soprattutto alle istituzioni europee, e ha già raccolto in tutta Europa circa 200 mila firme (di cui la metà in Italia) e il textile day italiano prelude a una mobilitazione anche europea.

Il documento vuole affrontare i problemi derivati dalla fine dell’accordo Multifibre (con la liberalizzazione totale delle importazione) e chiede concorrenza leale e difesa della capacità creativa e innovativa, vero valore aggiunto della produzione europea e italiana. In alcune categorie di prodotto, già liberalizzate dal 2001, le importazioni dalla Cina, per esempio, si sono triplicate in volume mentre i prezzi sono crollati del 75%. Inoltre, il monitoraggio preventivo sull’importazione tessile rivela che, da gennaio scorso, con lo smantellamento delle quote, la richiesta di prodotto cinese è cresciuta di 6 volte per i pullover, di 5 volte per i pantaloni, di 3 volte per le t-shirt.

(14/02/2005)

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