Dentista gratis
Granitico Silvio

Forse la cosa più geniale che Silvio Berlusconi ha detto da Fazio l’altra sera in televisione è che il futuro (se vincerà le elezioni) governo del centrodestra garantirà «il dentista gratuito a tutti». Ricordate quando Berlusconi da presidente del Consiglio garantì le dentiere gratis a tutti i vecchietti? Ecco, siamo sempre su quella strada: farà storcere il naso agli intellettuali, regalerà battute acide ai vignettisti, ricorderà ai memori il famoso pacco di pasta che Achille Lauro regalava agli elettori napoletani nel Dopoguerra, ma di sicuro il dentista gratis è come un siluro che schizza via dal sommergibile berlusconiano e dritto dritto corre verso l’obiettivo e lo centra infallibilmente: l’elettore di centrodestra, magari deluso, magari arrabbiato, ma sempre convinto che «Silvio non lo hanno fatto lavorare» e adesso che è di nuovo prim’attore, pronto a ridare il suo voto a chi gli vuol regalare una vecchiaia serena, con tanto di dentista gratis.

E per chiudere il cerchio ecco il nome giusto che fa contenti tutti: «Volete un candidato premier? Vi do il generale Gallitelli, l’ex capo dei carabinieri, chi meglio di lui in questa Italia di incompetenti, di giovanotti senza arte né parte che vogliono addirittura guidare il governo, e di comunisti mascherati? Un generale dell’Arma più amata: in pensione, certo, ma sempre attivo e arzillo (infatti guida un ufficio della presidenza del Consiglio). «Certo» – confessa il Cav ad un Fazio che concede al diritto di critica giusto il minimo sindacale: «Certo, il migliore presidente del Consiglio sarei sempre io, Silvio, ma se proprio non posso per via di quella benedetta legge Severino, c’è lì Gallitelli che farebbe benissimo, garantisco io». Io.

Berlusconi poi si avventura anche a fornire nel dettaglio le quote del futuro (se vince) governo: una pattuglietta di politici esperti ma soprattutto uno squadrone di privati cittadini di sicura esperienza provenienti «dalla trincea del lavoro». Ci sono i numeri: «Otto gli uni, undici gli altri…». Nomi? «Stiamo facendo le selezioni».

E il bello è che di tutte queste cose che Berlusconi va dicendo nei comizi e in televisione, Salvini non ne sa un beneamato nulla. «Ministri? Gallitelli? Dentiere? Ma se non ne abbiamo mai parlato…», confidava ieri mattina tra lo scoraggiato e l’urtato ai microfoni di una radio. L’alleato principale, anzi il competitor numero uno, quello che non solo aspira alla successione ma è pronto con la sua Lega a superare nei voti il partito azzurro, e dice: il premier lo decidono gli elettori, proprio lui guarda Berlusconi in televisione andare avanti come sempre, cioè come un trattore, senza che lui sappia niente. E quando chiede, imperiosamente, di andare dal notaio a firmare un carta dove ci sia scritto a chiare lettere: «Io Silvio prometto e giuro che non farò mai un governo con Matteo», il Cav scrolla le spalle e fa un sorrisetto: «Dal notaio ci si va quando uno non si fida dell’altro, ma noi ci fidiamo». Eh, già.

Quando Fazio gli ha fatto vedere la pubblicità di «Repubblica» in cui sotto una sua foto c’è scritto: «Passato o futuro?», Silvio ha risposto, granitico: «Io-sono-il-presente». Il presente che non passa mai, intendeva, aprendosi appena appena ad un sorriso di sfida da dietro il viso scolpito, levigato, stirato, colorato e lucidato, neanche fosse la reincarnazione del se stesso del ‘94: «Questo è il Paese che amo…». Si è anche fatto uno sconto all’anagrafe: «Io che non ho più settant’anni»: non male come ammissione per chi ha superato le ottantuno primavere.

Dopo mezz’ora di monologo, qua e là delicatamente interrotto dal pigolio del buon Fazio Fabio, fresco come una rosa Berlusconi ha avuto anche la (solita) faccia tosta di dire: «La prossima volta ditemelo che mi avete dato un tempo così breve, così me ne faccio dare di più». Incontenibile, immarcescibile, sempre uguale a se stesso. Nei secoli, appunto.

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