Manovra espansiva
ma senza regali

Il governo incassa il massimo ottenibile dal miglioramento delle prospettive della finanza pubblica. Si prepara così ad una manovra che sarà, come ha detto ieri in conferenza stampa il ministro dell’Economia Padoan, «espansiva», cioè con misure volte a rafforzare la fase di crescita dell’economia. In particolare ci si aspetta che la manovra di ottobre ora possa avere energici interventi in tre direzioni: occupazione, favorendo in particolare quella giovanile; crescita industriale e produttiva; consumi, favorendo la disponibilità economica delle famiglie.

Tutto questo sarà reso possibile perché la crescita vista in media quasi mezzo punto di Pil in più nel prossimo triennio rispetto alle previsioni della scorsa primavera e il conseguente calo del rapporto debito/Pil permettono di trovare senza alcun intervento quel tesoretto capace di neutralizzare le clausole di salvaguardia. Sono queste le cambiali sulle quali si erano basati gli interventi degli scorsi anni fatti in periodi ancora di uscita dalla recessione.

Si aprirà ora il dibattito politico per la costruzione della manovra da presentare in Parlamento nel prossimo mese di ottobre. Malgrado le buone notizie fin qui sintetizzate – e certificate nel documento varato dal Consiglio dei ministri di ieri – il percorso non è facile e la prudenza mostrata anche ieri dal ministro Padoan tende a placare la voracità delle richieste che già si avanzano da più parti. Le difficoltà vengono da due ordini di situazioni di contesto. La prima difficoltà è che la ripresa, seppure ormai certificata da tutti gli organismi internazionali anche per il nostro Paese, è condizionata da scenari geopolitici tutt’altro che pacifici. Le tensioni internazionali sono a tutti evidenti e ogni giorno legate a nuovi focolai di crisi. Le ripercussioni sulla situazione economica a livello immediato sono registrabili sue due fronti: la debolezza del prezzo del petrolio e la debolezza del dollaro che impedisce all’euro di avvicinarsi a quella parità che sarebbe il volano per rafforzare le esportazioni europee in generale e quelle italiane in particolare.

La seconda difficoltà è tutta interna. La campagna elettorale è già entrata nel vivo e se qualcuno non se ne fosse accorto, il raduno dei 5 Stelle a Rimini con il lancio del loro candidato premier sta a confermare l’avvio ufficiale di questa fase politica. La maggioranza di governo si presenta al prossimo appuntamento sfilacciata e, soprattutto, con il partito di maggioranza relativa (il Pd) che tenderà a premere sul governo con richieste elettoralistiche al pari di tutti gli altri, piuttosto che saldarne la solidità. Per Gentiloni e Padoan non sarà facile mettere insieme una manovra che costituisca il primo passo per rafforzare in maniera strutturale la ripresa visto che dovranno far fronte alle richieste di varia natura che verranno dalla loro stessa maggioranza. Per fortuna gli interventi in favore dell’occupazione e dei consumi hanno il sapore delle misure popolari. Sarà compito del governo riuscire a concentrare gli interventi su misure strutturali senza lasciarsi depauperare gli interventi da interventi a pioggia tipici di una fase di intensa e dura campagna elettorale. Questo ancora di più visto che il cosiddetto tesoretto che viene dal miglioramento delle prospettive dell’economia è già stato mangiato dalle misure effettuate negli anni scorsi.

Un primo assaggio del dibattito lo si è avuto già ieri in conferenza stampa quando Gentiloni ha dovuto precisare che sul tema delle pensioni sarà possibile solo fare «misure puntuali» e non «interventi generalizzati». La situazione ancora precaria, per quanto legata ad una fase positiva dell’economia, non permetterà regali, ma solo scelte oculate.

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