I bolliti e non solo
all’Osteria Gigianca

Ho colmato un’altra mia lacuna. Ho messo piede per la prima volta nella “Osteria al Gigianca” (sottotitolo “Premiata Officina Gastronomica”) in via Broseta 113, a Bergamo, nei pressi di piazza Risorgimento.

Ho colmato un’altra mia lacuna. Ho messo piede per la prima volta nella “Osteria al Gigianca” (sottotitolo “Premiata Officina Gastronomica”) in via Broseta 113, a Bergamo, nei pressi di piazza Risorgimento. Una sala ampia, luminosa, ben arredata, soffitto a cassettoni in legno, bottiglie di vino esposte in allegria.

Da tre anni si dedica a questa moderna “osteria” una coppia molto affiatata, che ha scelto questa professione per amore e vocazione all’enogastronomia: Luigi Pesenti, sveglio e intraprendente come pochi, ha fatto per anni il “tour manager” per complessi musicali anche importanti, in giro per l’Italia a riempire piazze di fans ma anche a visitare i ristoranti di cucina regionale; lei, Alessia Mazzola, si è laureata in Scienza dell’educazione per poi aprire il “Gigianca” e dare retta alla sua vera vocazione: la cucina.

Entrambi lavorano con passione e amore. Lo si capisce subito da come ti parlano delle caratteristiche del locale e da come ti arrivano i piatti dalla cucina. “Al Gigianca” festeggia l’entrata nella Guida 2014 delle “Osterie d’Italia” edita da Slow Food, unico locale in Guida per la città di Bergamo. Già questo può dare indicazione della filosofia che vi sta dietro: materie prime selezionate (anche di Presìdi Slow Food, prodotti a rischio di estinzione), tanto è vero che nel menù sono indicati esattamente i fornitori, tutti “artigiani del gusto”. Non solo. Questa moderna trattoria fa parte anche della associazione “Slow Cooking”, che si ispira sempre a Slow Food e riunisce, in collaborazione tra loro, una quindicina di locali tra la Valtellina, il Lecchese e la Bergamasca che fondano la loro offerta su prodotti artigianali del territorio attraverso fornitori selezionati.

Una sosta all’Osteria Al GiGianca è l’occasione per immergersi nei sapori più tipici della cultura gastronomica lombarda. Attraverso la sua cucina, il pane e le paste fatte in casa, i frutti del suo orto, Alessia porta in tavola i sapori della tradizione: i casoncelli, i risotti, le paste ripiene, i nusècc, il coniglio alla bergamasca, gli stracotti, il pescato del Lario, sono solo alcune tra le prelibatezze locali che si possono gustare, accompagnate da una bottiglia di buon vino che Gigi con tanta passione vi sa consigliare tra le 160 etichette presenti in Carta. Attraverso un’appassionata ricerca e selezione dei prodotti della filiera corta di artigiani di tramandata esperienza e custodi delle più antiche tradizioni, l’Osteria Al GiGianca porta alla scoperta delle specialità gastronomiche locali: i formaggi dei migliori casari bergamaschi, tra cui il Guglielmo Locatelli di Vedeseta e Il Battista di Clanezzo, i Presidi Slow Food e le selezioni di salumi tra cui spiccano la brisaola di Madesimo dello Stefano Masanti, il salame della Cascina Il Montizzolo di Caravaggio e un stagionato speck della Macelleria Nigg di Terlano.

Ho partecipato alla serata dedicata ai “bolliti” (il bue è stato selezionato a Canelli di Asti dal macellaio Gianni Terzi della Macelleria Loreto Carni di Bergamo) e devo riconoscere che è stata una piacevole esperienza, con i ritmi e i riti sereni di una conviviale che i partecipanti hanno pienamente gradito. Un paio di antipastini e un risotto “alla piemontese” con midollo di vitello sono stati serviti al tavolo, mentre, come nelle migliori tradizioni, tutti i tagli del bollito, le salse, le verdure e l’immancabile brodo di gallina, sono stati proposti a buffet. Alessia ed Egidio hanno servito i tagli preferiti nei tempi e nelle quantità preferite. Un successo.

Menù e prezzi sono visibili sul sito www.algigianca.com. Nessuna sorpresa “Al Gigianca”, dove – assicuriamo – si può andare in tutta tranquillità. Menù tradizione a 28 euro, menù Slow Cooking a 32.

Roberto Vitali

© RIPRODUZIONE RISERVATA