Loredana Poli: «Bergamo è dei giovani, io a settembre realizzo un sogno e divento nonna»

L’intervista. Continua la carrellata di bergamaschi che raccontano se stessi e il nostro territorio. Tra di loro gli assessori del Comune di Bergamo, è la volta di Loredana Poli che parla di giovani e di un desiderio che si sta per avverare.

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«A settembre divento nonna, un sogno che si avvera». Loredana Poli lo aveva detto qualche anno fa che questo era un sogno nel cassetto e la gioia sta tutto nel suo sorriso. «Dopo un periodo terribile come quello che abbiamo vissuto - dice -, non posso che provare ammirazione per tutti i ragazzi che decidono adesso di fare dei figli: un segno di gioia e di vitalità».

Assessore del Comune di Bergamo, lo spiega lei stessa: «Lo sono a un sacco di cose, forse pure troppe - sorride -: Istruzione, Formazione, Rapporti con l’Università, Sport e Politiche giovanili, Edilizia scolastica e sportiva». Un lungo elenco, decisamente composito, un po’ come la sua formazione: «Arrivo da esperienze differenti - spiega -. Architetto di formazione, essere mamma di quattro figli ha avuto un impatto complicato sulla libera professione. Ho quindi deciso di lasciare il lavoro e fare solo la mamma, ma quando il quarto figlio è andato a scuola ho scelto di riprendere a studiare, mi sono laureata e poi ho insegnato. Infine è arrivato l’impegno amministrativo». A tempo pieno: «Una scelta che ne vale la pena» dichiara e va orgogliosa in questi anni di politica «della relazione che riesco a instaurare con le persone, anche in un momento di fatica come quello di questi ultimi anni - dice -. Sono soddisfatta che le persone abbiano capito che stiamo cercando una soluzione ai quesiti che pongono e che c’è un interesse autentico per i cittadini: questo mi rinforza anche quando emerge la stanchezza».

Loredana Poli va orgogliosa in particolare di due importante attività: «Una riguarda la delega sull’istruzione, con la creazione di una filiera di qualità consolidata tra servizi educativi per l’infanzia e scuole di primo grado, oltre ad aver avviato l’uso delle scuole in tempo extra scolastico, le cosiddette “scuole aperte”» spiega e aggiunge: «Capitolo importante è l’aver sistematizzato l’anagrafe dell’Edilizia scolastica del Comune».

E oltre al lavoro, c’è la vita privata: «Non così tanto complicata ora che i quattro figli sono cresciuti - sorride -: il più grande ha 32 anni e il più piccolo 21, tre su quattro sono fuori casa». Poi sottolinea: «La Bergamo del futuro è giovane, assolutamente, e con l’università e lo scalo aeroportuale non può che esserlo».

Nel frattempo, fuori dall’ufficio cucina: «Un secolo fa avevo fatto anche dei corsi, il problema è avere il tempo: in settimana ci sono gli impegni logici di lavoro e nel finesettimana ci sono tutti gli impegni di un assessore allo Sport e ai Giovani». Cerca allora di ritagliarsi del tempo per leggere e, da buon assessore allo Sport, per fare attività: «Ora come ora riesco a fare pilates regolarmente - e aggiunge con il sorriso -.Le passioni del passato restano e adesso, data l’età e le condizioni fisiche, l’atletica e il tennis mi appassionano anche solo guardandole».

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