Scende in campo l’«Europa league»

di Giorgio Gandola

Meglio parlarne subito perché fra qualche mese ci sarà l’ingorgo. Ci riferiamo agli eurocandidati per l’Europarlamento, istituzione fra le più nobili, lunari, e remunerate che la politica continentale abbia inventato.

Meglio parlarne subito perché fra qualche mese ci sarà l’ingorgo. Ci riferiamo agli eurocandidati per l’Europarlamento, istituzione fra le più nobili (l’Europa resta un obiettivo primario), lunari (il controllo è meno di zero), e remunerate che la politica continentale abbia saputo inventarsi per gratificare se stessa.

Gli eletti saranno 751, una settantina gli italiani, ritenuti fortunati dai colleghi deputati, senatori o consiglieri regionali perché impegnati a sostenere un ruolo prestigioso ma accessorio dentro un meccanismo legislativo che viene percepito come lontano anni-luce dai territori. Eppure l’Europa è il centro dell’economia continentale, determina le scelte di bilancio e di spesa, ormai regola i destini dei Paesi membri.

Varrà la pena concentrarsi su quel voto, anche perchè è bene sapere che un europarlamentare porta a casa ogni mese attorno ai 18.000 euro - stipendio e indennità compresi - che fanno più di un milione di euro nei cinque anni di mandato. È difficile cogliere in castagna gli europarlamentari perché spesso si occupano di temi che galleggiano nell’iperuranio, a differenza dei ben più ruspanti onorevoli sull’orlo di una quotidiana crisi di nervi (di questi tempi).

Eppure si candideranno, eppure li voteremo, eppure ci fideremo e avremo la speranza che affrontino e risolvano qualche problema per noi. Nell’attesa vale la pena constatare che i 10 comandamenti contengono 279 parole, la dichiarazione di indipendenza americana 300 e le disposizioni Ue sull’importazione di caramelle 25.911.

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