Osvaldo, ex Atalanta, si ritira a 30 anni
Ha deciso: vuol fare il cantante rock - Foto

Ha appena 30 anni, davanti avrebbe ancora qualche stagione ad alti livelli ma ha preferito metterci una pietra sopra e dedicarsi all’altra sua grande passione, la musica.

L’ultimo giorno di mercato ha visto sfumare il possibile ritorno in Italia di Pablo Daniel Osvaldo, anche ex atalantino, ma dietro il mancato arrivo al Chievo non c’è un accordo non raggiunto, un ingaggio troppo oneroso o un problema fisico. Più semplicemente l’italo-argentino ha detto stop. «Ha preso questa decisione dopo la frustrazione per la sua ultima esperienza al Boca Juniors, gli ho anche presentato delle offerte ma non ha voluto saperne nulla», conferma alla stampa argentina il suo agente, Dario Decoud. Oltre al Chievo, nelle scorse settimane si era parlato anche del Rennes ma come per la società veneta Osvaldo è stato irremovibile.

Da maggio era senza squadra dopo la rottura con Guillermo Barros Schelotto, allenatore del Boca Juniors che ha ottenuto che gli venisse rescisso il contratto dopo averlo sorpreso a fumare nello spogliatoio al termine di una partita giocata in Uruguay, contro il Nacional Montevideo. Una rottura che Osvaldo, a quanto sembra, non avrebbe digerito al punto da voltare pagina in modo drastico: «lascio il calcio, voglio fare il musicista», le parole che avrebbe detto agli amici più stretti.

L’ennesimo coup de theatre nella carriera di un giocatore a cui il talento non è mai mancato, sin da quando, appena bambino, inizia a giocare nel Lanus per poi trasferirsi al Banfield e quindi all’Huracan. Di lui si accorge l’Atalanta, che lo porta in Italia nel gennaio 2006. Poi Lecce e Fiorentina, dove arriva l’esplosione con gol pesanti e spettacolari. Dopo la parentesi negativa di Bologna, si rilancia all’Espanyol al punto che nel 2011 è Walter Sabatini a scommettere di lui portandolo alla Roma.

Ed è lì che cominciano i guai. Piedi educati, testa calda, Osvaldo si fa notare per i gol ma anche per altro, dal pugno a Lamela per un mancato passaggio allo sfogo contro Andreazzoli che gli costa pure la convocazione in Nazionale per la Confederations Cup. Con i tifosi non va meglio, il rapporto è incrinato e cerca il riscatto al Southampton ma prima la rissa alla fine della gara col Newcastle (tre turni di squalifica) e poi la lite in allenamento con Josè Fonte chiudono anzitempo la sua avventura.

Gioca sei mesi alla Juve, contribuendo allo scudetto, poi due anni fa arriva la grande chance all’Inter ma il diverbio con Icardi e soprattutto quello con Mancini portano al divorzio anticipato. Sembra rinascere al Boca (16 presenze e 7 gol) dove torna a inizio anno dopo la deludente esperienza al Porto. Ma in 4 mesi scende in campo solo cinque volte con zero reti. E quella con Barros Schelotto diventa l’ennesima e ultima lite della carriera. Il Johnny Depp italo-argentino, una vita spericolata anche fuori dal campo (quattro figli da tre diverse compagne), dice basta. D’ora in poi ci sarà la chitarra al posto del pallone.

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