Calcio/ Petrucci: Cultura sportiva? Inghilterra non dia lezioni

Calcio/ Petrucci: Cultura sportiva? Inghilterra non dia lezioni Presidente Coni a Capello: "Su violenza qui passi da gigante"

Roma, 28 ott. (Apcom) - Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, respinge le critiche sollevate da Fabio Capello nei confronti del sistema calcio italiano, in particolare in merito ai condizionamenti che secondo il Ct della nazionale inglese le tifoserie esercitano nei confronti dei club. Petrucci ha replicato a Capello affermando che in fatto di cultura sportiva l'Inghilterra non può impartire lezioni all'Italia. "Il fenomeno di cultura sportiva certamente non ci può venire dagli inglesi", ha detto Petrucci a Canale 5: "Anzitutto non ci può venire dagli inglesi perché Capello purtroppo è stato sfortunato - ha detto il presidente del Coni - perché ha parlato il giorno di una partita che è stata quella del Middlesbrough contro il Leeds in cui ci sono stati lanci di bottigliette, ci sono stati inneggiamenti ad Istanbul dove nel 2005 sostenitori del Leeds persero la vita. Il 25 agosto in Middlesbrough-West Ham ci sono stati disordini, lanci di bottigliette, sassi e un accoltellato. Io voglio ritornare con i piedi per terra".A due anni e mezzo dalla serrata del calcio italiano, dovuta all'uccisione di un ispettore di polizia nella guerriglia urbana scatenata da centinaia di tifosi dopo il derby Catania-Palermo, Petrucci sostiene che l'Italia ha "fatto dei passi da gigante": "Abbiamo fatto dei passi avanti - dice il presidente del Coni - se così non fosse non si riconoscerebbe alle società, alla Lega, alla Federcalcio, al lavoro che fa il ministro Maroni, il prefetto Manganelli che noi negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi da gigante". A detta di Petrucci "i disordini sono diminuiti" e "non è vero che gli ultras condizionano le società": "Ci può essere qualche episodio", ha aggiunto il presidente del Coni.Al presidente del Coni è stato poi ricordato che secondo Capello gli inglesi hanno allontanato dagli stadi il fenomeno della violenza tra tifosi, mentre in Italia le società subiscono le tifoserie. Il massimo dirigente del comitato olimpico nazionale respinge la tesi del tecnico friulano, ex allenatore di Milan, Real Madrid e Roma, portando a sostegno delle sue convinzioni il dizionario e la storia, quella del calcio degli anni '80: "Purtroppo per loro ci sono i documenti che li smentiscono", ribatte Petrucci, "la parola hooligan deriva dagli inglesi, non è che si dice del teppista portoghese, si usa hooligan perché è mutuato da quello che succede in Inghilterra. Io non voglio adesso ricordare, accendere guerre tra Italia e Inghilterra, ma non dimentico che gli inglesi hanno avuto cinque anni di squalifica dalle coppe da noi questo non è successo, ci sono stati episodi certo però il lavoro che si sta facendo sta portando alla ribalta che oggi negli stadi certamente ci sono dei sacrifici che stanno pagando le società ma negli stadi la situazione è notevolmente migliorata, sarebbe scorretto non ammetterlo".Petrucci ha poi affermato che la tessera del tifoso, la cui entrata in vigore è prevista dal primo gennaio, "sta andando avanti": "Condivido la linea del ministro Maroni. So che ci sono dei rapporti intensi con la Lega e con la Federcalcio - ha spiegato il presidente del Coni - però tutto quello che fa il ministro Maroni, l`ho detto dal primo momento, lo condivido, se il ministro Maroni la vuol confermare ben fa a confermarla, se il ministro Maroni come leggo dai giornali vuol farla slittare io condivido. Io penso che la tessera sia una buona idea perché aiuta certamente lo spettatore ad essere più sereno e più tranquillo e le società ad avere il nome e cognome di chi va a vedere la partita, non si tratta di schedature, assolutamente questa non è una schedatura. Se poi uno è una persona perbene il fatto di dire che è allo stadio in quel momento non ci trovo nulla di male".La tessera del tifoso regolamenterà l'accesso agli stadi anche in occasione delle trasferte. Attualmente organi del ministero degli Interni decidono sulle trasferte dei tifosi, ai quali per motivi di sicurezza viene vietato di seguire le rispettive squadre in occasione di gare definite "a rischio". In Inghilterra le trasferte non sono vietate e gli stadi, al contrario di quanto accade in Italia, non prevedono alcun tipo di recinzione tra gli spalti ed il terreno di gioco.

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