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Lunedì 30 Novembre 2009
Mussolini/ Pm Roma potrebbe sentire Fiore e parlamentare Pdl
Mussolini/ Pm Roma potrebbe sentire Fiore e parlamentare Pdl Indagato uomo che ha proposto video ha precedenti per truffa
Roma, 30 nov. (Apcom) - Ha alcuni precedenti per truffa l'uomo che ha mandato una mail a palazzo Chigi, ai primi di settembre, proponendo un video hard in cui erano ripresi "un deputato e un europarlamentare" in cambio di un milione di euro. Il soggetto, A.C., che dice di lavorare come produttore televisivo, secondo quanto ha spiegato agli investigatori della Digos, non conosceva chi gli offrì il filmato, presumibilmente girato con un telefonino. Non sa a quando risale il video, e ha fatto la richiesta perché aveva "bisogno di soldi". Per il momento è accusato di tentata estorsione, ma non è escluso che se dal computer e dal cellulare, che gli sono stati sequestrati venerdì scorso dagli investigatori, saltassero fuori dati "interessanti", la sua posizione potrebbe peggiorare.L'indagine aperta dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti era stata avviata dopo la segnalazione di palazzo Chigi. Ma fino a quando il Giornale ha titolato in prima pagina sul "ricatto hard" che tentava di colpire a destra gettando "fango su Alessandra Mussolini" per gli inquirenti era molto complicato trovare il bandolo della matassa. Ma, accertato che si stava speculando in modo netto, si è dato il via libera alla perquisizione nell'abitazione di A.C. Il magistrato, intanto, che ha ricevuto stamane l'avvocato Stefano Fiore, fratello di Roberto, potrebbe sentire a breve il leader di Forza nuova e la stessa Mussolini, specie se emergessero fatti che fanno pensare ad una "operazione più vasta".Allo stato, comunque - si spiega a piazzale Clodio - bisogna ritenere che il video non esista. Agli agenti A.C. ha detto di non conoscere, o saper riconoscere, chi gli ha proposto il filmato. Il procuratore Saviotti quasi certamente lo sottoporrà a nuovo interrogatorio, nei prossimi giorni. Indicativo per il magistrato anche il lavoro degli uomini della polizia postale che hanno avuto la delega di analizzare il pc e il cellulare dell'indagato.
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