Colpo da un milione di euro a Curnis
Arrestati i «maghi» delle spaccate -Video

Grazie ai filmati delle telecamere, la Polizia ha smantellato una banda specializzata in furti commessi con la modalità della «spaccata» ai danni di gioiellerie di tutta Italia. Avevano rubato un milione di euro nel marzo del 2015 alla gioielleria Curnis in pieno centro a Bergamo.

Il furto nella notte aveva colpito nel cuore la tranquillità de centro cittadino. Il 16 marzo del 2015 grazie all’ausilio di un’auto ariete, quattro individui, a volto coperto, erano riusciti in 4 minuti a trafugare gioielli ed orologi per un valore di circa un milione di euro per poi fuggire a bordo di due autovetture sulle quali avevano applicato targhe rubate precedentemente, facendo perdere le proprie tracce.

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Il video delle telecamere è stato analizzato nei minimi particolari dagli investigatori che a quasi due anni di distanza sono riusciti a risalire alla banda specializzata in questo tipo di spaccate che operava in tutta Italia. Erano in sei persone di origine serba Adzovic Jub, Barajrami Feta, detto Benjo , 27enne, Prokuplja Leonardo 32 enne, Suljevic Avdija detto Leo 35 anni, tutti nati nell’ex Jugoslavia e residenti a Roma. A loro si aggiungono anche Ruska Katalin, detto Kati, nato in Romania 29 anni fa e domiciliato a Bussolengo e Suljevic Almir, detto Alvi, nato nell’ex Jugoslavia 31 anni fa e domiciliato a Giuliano in Campania (Napoli). I sei sono stati arrestati.

Alla banda è stata contestata a vario titolo la partecipazione ai furti commessi ai danni di alcune gioiellerie a Verona, Prato e Bergamo a partire dal 2 febbraio 2015, colpi che hanno causato un danno del valore totale di oltre 1.500.000,00 di Euro. Il primo furto si è registrato a Verona la notte del 02 febbraio 2015 quando, alle ore 03.30 circa, quattro malviventi travisati, sono riusciti a rompere la saracinesca e a sfondare la vetrina di una gioielleria a colpi di mazza, impossessandosi poi di una refurtiva di gioielli e orologi del valore di 150.000,00 Euro, e poi darsi alla fuga a bordo di due autovetture, rispettivamente una Mercedes Classe C sw AMG ed una Audi S4 sw, sulle quali erano state applicate delle targhe precedentemente trafugate a Sona.

Il secondo furto si è registrato a Prato la notte del 15 febbraio 2015, quando quattro individui a volto coperto, dopo aver sfondato con un’ascia la vetrina della porta di ingresso di una gioielleria, sono penetrati all’interno e hanno prelevato tutti i preziosi esposti, per un valore di 50.000,00 Euro, per poi darsi a precipitosa fuga facendo perdere le loro tracce.Il terzo colpo come detto è, invece quello che si è verificato a Bergamo alla gioielleria Curnis., che poi ne subirà un altro il 15 novembre del 2016.

Apparendo sin da subito chiaro che i tre colpi fossero stati commessi dalle stesse persone, è stato costituito presso la Squadra Mobile Scaligera, un pool investigativo composto dagli investigatori delle Squadre Mobili di Verona e Bergamo, coordinati dal Servizio Centrale Operativo di Roma. L’attenzione degli investigatori, inizialmente, si è rivolta all’analisi di tutte le immagini disponibili al fine di ricostruire i percorsi effettuati dai malviventi prima e dopo la commissione dei furti. A tal fine sono stati quindi estrapolati dagli impianti di videosorveglianza, sia cittadini sia privati, di Verona e Bergamo, numerose ore di filmati, dalla cui analisi è emerso che una delle due autovetture utilizzate per i colpi messi a segno era la stessa. In particolare, si è accertato che la Mercedes AMG sw riportava un’evidente ammaccatura sul passaruota posteriore sinistro, contraddistinguendola in maniera inequivocabile.

L’elemento di svolta che ha permesso agli investigatori di indirizzarsi verso i componenti del gruppo criminale è stata la visione di un filmato estrapolato da una telecamera privata di Verona, ove la sera del 31 gennaio 2015 si è riscontrato il passaggio della Mercedes AMG sw, priva della targa di copertura, verosimilmente in occasione del sopralluogo. I successivi accertamenti hanno consentito agli investigatori di scoprire che a bordo di quell’autovettura erano stati precedentemente controllati, da pattuglie della Polizia, due degli odierni arrestati.

Gli ulteriori sviluppi investigativi, caratterizzati dall’analisi di migliaia reports telefonici e dall’ascolto delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito poi di identificare compiutamente tutti gli autori dei furti e di accertare che gli stessi, di base a Roma e Napoli, partivano in trasferta verso varie città d’Italia per perpetrare nel giro di pochi minuti furti di ingente valore. Ed infatti, le attività d’indagine hanno permesso inoltre di attribuire ad alcuni dei predetti arrestati, in concorso con altri, ulteriori colpi messi a segno con le stesse modalità alle gioiellerie di Pedaso (Ascoli Piceno) e Milano Marittima (Ravenna) nel mese di maggio 2015 e di Pulsano (Taranto) nel mese di giugno dello stesso anno. Al termine degli atti di rito gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Verona, Roma e Napoli a disposizione della magistratura. Scaligera.

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