Dal Donizetti alla Mai, grazie Presidente
L’abbraccio di Bergamo a Mattarella

Diciannove intense ore quelle che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha vissuto a Bergamo. Dal Teatro Donizetti fino alla Biblioteca Mai, passando per L’Eco e Sant’Agostino, accolto dai tantissimi bergamaschi che lo hanno atteso e salutato.

Sergio Mattarella non si è fatto attendere e si è fatto scaldare dal grande abbraccio orobico, soprattutto dei tanti bambini che davanti a L’Eco di Bergamo e in Piazza Vecchia lo hanno aspettato, tra bandierine tricolori e la voglia di cantare a squarciagola l’Inno d’Italia.

Il Capo dello Stato ha raggiunto il Teatro Donizetti intorno alle 20.15 di martedì sera e, prima di entrare per assistere al concerto del maestro Riccardo Muti che ha diretto l’orchestra Cherubini, si è subito fermato a salutare i bergamaschi che lo hanno atteso sul Sentierone, in particolare una ragazza che gli ha donato un mazzo di fiori. Un teatro Donizetti affollatissimo, che ha visto una grande partecipazione di figure istituzionali – dal mondo politico a quello degli affari, dalla sfera culturale a quella religiosa –, lo hanno omaggiato e con lui il maestro Muti che nella tarda mattinata aveva ricevuto la medaglia d’oro a Palazzo Frizzoni.

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Tante le personalità: dal sindaco Giorgio Gori al presidente della Provincia Matteo Rossi fino al vescovo Francesco Beschi; fra il pubblico anche Vittorio Feltri, il questore di Bergamo Girolamo Fabiano, il direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII don Ezio Bolis. Con una curiosità: una maglia dell’Atalanta, la numero 1 con la scritta Mattarella, è stata regalata da Matteo Rossi (per conto del presidente della squadra Antonio Percassi), al Presidente della Repubblica. Con tanto di chiacchierata sportiva: il capo dello Stato, ha riferito Rossi, ha raccolto l’assist calcistico e se da un lato si è detto dispiaciuto del Palermo che, avanti di questo passo rischia di retrocedere in serie B, dall’altro ha fatto i complimenti all’Atalanta, che sta giocando un campionato da record, e ha sottolineato che sa quanto i bergamaschi tengono alla loro squadra. Rossi ha consegnato al Presidente anche la lettera degli alunni della terza A delle elementari di Bonate Sopra e Mattarella ha assicurato che risponderà.

La giornata istituzionale di mercoledì per il Presidente è iniziata a L’Eco di Bergamo. Mattarella ha raggiunto la redazione da Città Alta dove ha soggiornato, al Relais di piazza Mascheroni.

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Intorno alle 10 ha prima salutato i bambini delle scuole elementari bergamasche che lo hanno atteso fuori da Palazzo Rezzara, poi l’ingresso in redazione. «Ogni quotidiano, ogni giornale, ogni testata ha la sua impronta, il suo carattere, e quelli dell’Eco di Bergamo sono molto forti, nitidi, intensi. Non soltanto per il contributo dato al formarsi dell’opinione pubblica nel nostro paese e a Bergamo, ma è anche una garanzia che una testata come questa, e come quelle che sono diffuse nel nostro paese, forniscono alla libertà di stampa» ha detto in visita al giornale.

E ha anche aggiunto: «Il volontariato, la disponibilità, la concreta e seria capacità di solidarietà dei bergamaschi sono significativi. Il nostro Paese ha bisogno di sentirsi sempre più una comunità e vi ringrazio per il contributo che date». Mattarella è stato accolto in redazione dal direttore Alberto Ceresoli: «Nel corso della propria storia, Bergamo e i bergamaschi sono sempre stati in prima fila laddove c’era bisogno di aiuto, per un terremoto, piuttosto che per i disastri di una guerra o di una carestia. Grazie alla solidarietà sincera di semplici cittadini, L’Eco di Bergamo si è fatto promotore di sottoscrizioni che in poche settimane sono sempre riuscite a raccogliere centinaia di milioni di vecchie lire. Ricordo tra le tante quella per il terremoto in Friuli, in Irpinia o anche in Armenia. Tutti luoghi dove un “villaggio Bergamo” è ancora oggi un gruppo di case che accoglie chi non aveva più nulla» ha detto nel suo discorso il direttore.

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Un incontro di circa una mezz’ora, per poi raggiungere Sant’Agostino per la cerimonia di apertura dell’Anno Accademico dell’Università di Bergamo, tra le tante rappresentante istituzionali ma soprattutto i moltissimi universitari. «L’istruzione, l’apprendimento e la cultura sono la misura delle opportunità che si hanno nella vita per realizzarsi, per contribuire da protagonisti alla via collettiva», infatti «la cultura è quella che qui, come in ogni Ateneo, si amministra, si coltiva e si fa crescere, non soltanto si distribuisce ma si approfondisce con la ricerca» ha detto il presidente della Repubblica, che ha aggiunto: «Le energie del territorio, che hanno suscitato e sollecitato la nascita di questo Ateneo, avevano l’obiettivo di consentire agli studenti di costruire, di partecipare da protagonisti alla vita della collettività - ha detto -. L’obiettivo di ogni università è essere il fulcro di una società che si articoli in tanti segmenti e protagonismi che non sono separati, che non sono isolati, ma parte di una armonica collaborazione della società».

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Il Capo dello Stato ha parlato a braccio riprendendo parte dei discorsi fatti dal rettore, da Philippe Daverio (che ha parlato nella sua prolusione di cultura europea) e del rappresentante degli studenti Andrea Saccogna. «L’ateneo - ha sottolineato - deve offrire lumi di cultura», fare in modo, come aveva sottolineato saccogna, che «i giovani, gli studenti abbiano la possibilità attraverso lo studio di diventare cittadini liberi e consapevoli. Si tratta di una aspirazione «in linea con i valori della Costituzione».

Il Presidente è poi andato in Città Alta dove ha visitato la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Duomo e la biblioteca Angelo Mai in piazza Vecchia. Qui ha salutato la gente che lo aspettava e ha ascoltato due cori: uno di voci bianche che ha intonato l’Inno d’Italia e il coro Idica di Clusone che ha cantato un canto di montagna. Un cittadino di origine straniera gli ha anche consegnato un appello per velocizzare la legge sulla cittadinanza ora all’esame del Parlamento.

Per l’occasione Piazza Vecchia è stata invasa da bergamaschi e dai tantissimi bambini, insieme alla Giunta di Bergamo schierata davanti alla Biblioteca Mai. Mattarella ha raggiunto la Basilica di Santa Maria Maggiore alle 12 dove è stato accolto dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi e il presidente della Mia Fabio Bombardieri, per una visita privata. Una manciata di minuti e poi il passaggio in Duomo, il Presidente è sempre stato seguito dalle rappresentanze politiche bergamasche.Alle 12.30 il Capo dello Stato è uscito dal Duomo e ha raggiunto Piazza Vecchia dove ha salutato grandi e piccoli. Un momento molto intenso con il Presidente circondato da tantissime persone con moltissimi bambini che hanno salutato il Capo dello Stato. Tantissime le mani strette e le carezze ai più piccoli.

Alle 12.45 l’ingresso alla Biblioteca Mai, per l’ultima visita del Presidente in Città Alta che è durata una ventina di minuti. Poi ancora saluti e tantissime strette di mano con i bergamaschi che calorosamente lo hanno accolto nella nostra Piazza Vecchia. Alle 13.13 Sergio Mattarella ha lasciato Piazza Vecchia con l’auto presidenziale mentre il Coro Idica ha intonato un ultimo canto di montagna di saluto: a Orio al Serio è decollato con l’aereo presidenziale Falcon 900 che lo ha portato a Roma, lasciando grande emozione e la soddisfazione dei tanti bergamaschi che lo hanno incontrato e lo hanno descritto come un «Presidente della gente, pacato e disponibile, umile e vicino alle persone».

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