Emergenza Turchia e Siria, in due giorni raccolti 83 mila euro

Il terremoto. Il direttore della Caritas diocesana bergamasca, don Roberto Trussardi: «C’è chi ha portato direttamente in sede il proprio contributo. Servirà un grande aiuto, anche per sostenere la ricostruzione»

«Anche in questa triste occasione la generosità dei bergamaschi si sta dimostrando grande e immediata. In solo due giorni dall’apertura della sottoscrizione per l’emergenza Siria e Turchia, sono stati raccolti quasi 83mila euro» dice don Roberto Trussardi, direttore di Caritas diocesana. Il fondo è stato aperto martedì con un primo contributo di Caritas pari a 50mila euro, ma in queste ore stanno arrivando sui conti di Caritas e Diakonia le offerte di persone, famiglie, e probabilmente anche le parrocchie stanno iniziando ad organizzare collette dedicate alle popolazioni terremotate: a ieri la Caritas aveva 10.390 euro, l’associazione Diakonia 22.460.

Fare la propria parte

«Colpisce che ci sono alcune persone non più giovanissime – dice don Roberto – che sono venute qui in Caritas a portare direttamente il proprio contributo, avendo magari meno dimestichezza con bonifici e operazioni on line. Nonostante questo, desiderano fare la loro parte».

Le notizie che arrivano dai luoghi colpiti dal sisma sono tragiche «ed il bilancio è purtroppo destinato a salire enormemente. Quello che possiamo fare ora da qui è raccogliere denaro, sapendo che servirà un grande aiuto, anche economico per sostenere la popolazione non solo nell’immediato, ma per la ricostruzione». È presto per pensare a come potranno essere destinate le somme raccolte, in questi giorni in cui i soccorritori stanno ingaggiando una lotta contro il tempo per estrarre vive le persone da sotto le macerie. «C’è forte la preoccupazione – sottolinea don Trussardi - che le condizioni climatiche con temperature basse, ostacolino la possibilità di sopravvivenza di chi è sepolto».

L’attesa di indicazioni

Da Caritas Italiana, in accordo con Caritas Internazionale, l’invito è quello di non raccogliere alimenti o beni: «Almeno non in questa fase - spiega don Trussardi -. Molte persone stanno chiamando i nostri uffici per sapere se servono coperte, cibo o altro, ma per il momento non è opportuno raccogliere nulla, perché anche l’invio sarebbe problematico. Attendiamo future indicazioni di Caritas Internazionale affinché sia destinato a quelle popolazioni ciò di cui hanno realmente bisogno».

La Diocesi intende essere presente non solo in questa prima fase di emergenza, ma anche in quella che seguirà quando ci sarà necessità di trovare abitazioni per i sopravvissuti, e successivamente nella fase della ricostruzione.

A poche ore dalle prime violente scosse del sisma il vescovo Francesco Beschi aveva appunto detto che «attraverso Caritas Bergamo e Caritas Italiana noi possiamo e vogliamo esprimere forme di solidarietà che prenderanno sempre più la loro fisionomia a partire dai bisogni immediati e di quelli che nei prossimi mesi si manifesteranno con l’intento di essere presenti, sapendo che l’onda emotiva, inizialmente sempre molto forte, rischia di spegnersi troppo velocemente». Il Vescovo ha da subito espresso «a nome di tutta la Diocesi cordoglio e vicinanza a tutte le popolazioni colpite dal terremoto in maniera così drammatica e distruttiva come le immagini in queste ore ci stanno consegnando; cordoglio per i tanti morti e vicinanza a coloro che si sono salvati, alle loro famiglie, immaginando che questa prova va ad aggiungersi a una situazione già molto grave per la guerra che da tanti anni ormai sta colpendo la Siria».

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