L’Atalanta compra lo stadio di Bergamo
Dagli anni ’20 al futuro – Foto e video

Lo stadio di Bergamo è di proprietà dell’Atalanta. La commissione del Comune chiamata a valutare le offerte presentate dai potenziali acquirenti lo ha ufficializzato nella mattinata di mercoledì 10 maggio con un annuncio stringato.

La proposta dell’AlbinoLeffe è stata giudicata inammissibile, quella dell’Atalanta valida e il 10% migliore rispetto alla base d’asta. La società del presidente Percassi ha quindi messo sul piatto 8,6 milioni di euro solo per l’acquisto, a cui vanno aggiunti gli investimenti per la riqualificazione completa dell’impianto e dell’area circostante, come contenuto nella variante urbanistica approvata dal Comune di Bergamo, per un totale di circa 35 milioni di euro. Su L’Eco di giovedì 11 maggio potrete trovare tutti i commenti, le reazioni e le notizie aggiornate.

Nei prossimi mesi dovrà essere presentato il progetto complessivo, mentre per i lavori occorrerà aspettare ancora qualche tempo, come dichiarato dallo stesso presidente Percassi in un’intervista a L’Eco di qualche mese fa: «Impossibile pensare di intervenire sullo stadio già quest’anno, si partirà nell’estate 2018 con la Curva Nord, a seguire nell’estate 2019 la Curva Sud, infine nell’estate 2020 la tribuna Creberg, quella di viale Giulio Cesare.

Il completamento dell’opera dovrebbe avvenire in concomitanza con l’avvio della stagione 2020/2021. Se poi riuscissimo ad anticipare…faremo il possibile». Segnate bene quella data perché rappresenta un traguardo storico per la città di Bergamo. Atteso non solo dai tifosi nerazzurri, ma anche dai cittadini. Negli ultimi 20 anni molti tra presidenti atalantini e imprenditori hanno tentato di realizzare, senza successo, la nuova casa nerazzurra. Con l’acquisto dello stadio, Percassi potrà centrare l’obiettivo senza rinunciare a un bene storico come l’attuale stadio.

Dagli anni 20’ si sono susseguite modifiche, ampliamenti, abbattimenti. L’Eco ha raccontato giorno per giorno la storia dello stadio di Bergamo e racconterà anche tutti gli sviluppi futuri. Nell’archivio di Storylab abbiamo pescato una foto risalente al 1924, quando il Comunale non era stato ancora costruito. È il 1924, e si intuisce già il rapporto stretto, strettissimo tra il Lazzaretto e la futura struttura.

Per il momento l’area è occupata dall’ippodromo, ma quando cominceranno i lavori non mancheranno le polemiche. L’allora vice presidente dell’Atalanta Pietro Capoferri viene accusato di megalomania per la realizzazione del progetto studiato e presentato dall’ingegner De Beni. A fine 1928 c’è l’inaugurazione di una struttura definita con un solo aggettivo: monumentale: due tribune fronteggianti, 12mila spettatori di capienza. All’inaugurazione ne arrivano 15mila. Dopo la guerra, nel 1949, cominciano i lavori per il suo ampliamento, sempre sul versante delle tribune. Ma si costruisce anche quella che poi diverrà la Sud (e dopo la Morosini), in tubolari Ceta, made in Bergamo.

Passiamo agli anni ’60, quando la Sud diventa in cemento e piazzale Goisis comincia ad assumere il suo attuale stato. Ma guardate sullo sfondo della foto, verso la curva Nord ancora formato ridotto. Nota bene, lo stadio aveva anche la pista d’atletica, verrà tolta nel 1984 quando l’Atalanta tornerà in serie A con Nedo Sonetti.

Al suo posto tribune metalliche che permettono di aumentare la capienza in modo significativo: al debutto con l’Inter si contano 43.640 presenze sugli spalti. Ad inizio anni ’90 si copre la Creberg, intervento voluto dall’allora presidente. Che è pure l’attuale, Antonio Percassi.

Nel 2015 sempre Percassi realizza la nuova tribuna coperta, con l’introduzione dei pitch view a bordo campo. La visuale da questa prospettiva è davvero rivoluzionaria per uno stadio italiano. Gli spettatori siedono a pochi passi dalla panchina in cui Gasperini si sbraccia e urla le indicazioni ai giocatori. Dall’alto degli sky box invece si può guardare la partita gustando i piatti preparati dagli chef nerazzurri, in zone riscaldate. Un lusso che in pochi possono permettersi, ma questi posti esclusivi vanno a ruba fin dalla prima stagione.

Siamo al presente, con il decisivo passaggio di consegne tra il Comune e l’Atalanta, nuova proprietaria. Cosa ne farà? Lo stadio diventerà all’inglese: via le curve e spazio a tribune coperte con una capienza ridotta, ma con una visuale invidiabile.

Per il resto, basta ascoltare le parole dello stesso Percassi rilasciate a L’Eco a febbraio: «Un impianto moderno nel centro di una città. Come il Chelsea a Londra, però con possibilità di spazi più ampi rispetto a qui. Noi invece dobbiamo tener conto, ad esempio, del problema traffico: dovremo limitarci a circa 22-23 mila posti, ma vogliamo che sia ugualmente un gioiello. I nostri architetti si sono guardati in giro, eppure siamo convinti che lo stadio debba mantenere le caratteristiche attuali, integrandosi con l’ottimo lavoro già svolto sulla tribuna principale. Il modello è quello inglese: forma rettangolare, tutto coperto, con i tifosi sempre più vicini al campo di gioco, in particolare quelli delle curve, finalmente con seggiolini e servizi igienici decenti. I nostri supporters se lo meritano: non vedo l’ora».

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/stadio-le-ultime-parole-di-antonio-percassi-a-tuttoatalanta_1029875_44/

«Le curve saranno la priorità, la Nord in particolare. Vogliamo fare uno studio approfondito sulla parte strutturale per garantire il massimo del comfort e della visibilità ai nostri tifosi. Ci interessano efficienza, comodità e fruibilità: dentro l’impianto ci sono dei vuoti da colmare, stiamo pensando a operazioni legate al mondo nerazzurro. Ci saranno il museo dell’Atalanta e servizi di ristorazione: tutto quello che può aiutare prima e durante una partita, sostanzialmente cose normali che si trovano in tutti gli stadi moderni. La parte con destinazione commerciale è ristretta, non è possibile pensare a molto altro».

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