«Nessuna chiusura locali o orari ridotti»
Stato di emergenza, si pensa alla proroga

Palazzo Chigi interviene sull’ipotesi di una chiusura dei locali così come sulla riduzione degli orari.

Non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali come si legge su alcune testate, nè di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

La precisazione arriva dopo che il premier ha iniziato un giro di contatti con il territorio nazionale, primo fra tutti il governatore della Liguria Giovanni Toti che aveva contestato l’ipotesi emersa domenica. Inoltre un dibattito è ancora aperto con le Regioni sul contingentamento delle presenze negli impianti sportivi.

Almeno per ora, il Governo accoglie le richieste di gran parte dei governatori e non va oltre la stretta sull’obbligo di mascherine all’aperto e all’ipotesi di maxi-multe per i trasgressori. Ma dalla bozza del documento spunta la possibilità di chiusure «selettive» di settori - compresi bar e ristoranti - e nuovi provvedimenti sul distanziamento sociale in caso di «scenario avverso» sui contagi. Per ora, dunque, vince la linea «moderata» per le misure del nuovo Dpcm, che nelle prossime ore sarà presentato in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Dopo aver valutato l’opzione più dura delle chiusure anticipate, il premier Conte avrebbe quindi deciso di far prevalere la logica politica di misure proporzionate all’andamento della situazione epidemiologica e di varare un documento il più condiviso possibile. «È chiaro - ha affermato Conte - che il contagio continua, ma siamo fiduciosi di tenerlo sotto controllo. Quindi quando io dico che non vedo all’orizzonte un nuovo lockdown e lo dico non con uno spirito di incauto ottimismo». Assieme al decreto, nelle prossime ore si potrebbe già decidere anche per la proroga dello stato di emergenza, anticipando il rinnovo del provvedimento in scadenza il 15 ottobre.

Resta ferma l’ipotesi sul divieto per le Regioni di adottare norme anti-contagio meno restrittive di quelle del governo e la spinta verso l’incremento dei controlli da parte delle forze dell’ordine, supportati eventualmente anche dai militari. Ed è ancora sul tavolo l’idea di un inasprimento delle multe.

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