Rischia il licenziamento e il ruolo
per due birre bevute nel 2008

In ruolo e due abilitazioni. E ora rischia tutto. La storia comincia con due birre e un palloncino che, nel 2008, rileva un’alcolemia di 0,80, mentre il limite di legge è 0,50.

«Ho sbagliato - riconosce l’insegnante che ha accettato di raccontare la sua vicenda - e naturalmente ho pagato: sospensione della patente per sei mesi, tutto il procedimento penale». Nel 2009 la causa si è conclusa, l’insegnante procede con la sua carriera. L’anno scorso entra giuridicamente in ruolo, ma il contratto lo firma il settembre scorso. «Nel 2012 avevo chiesto il certificato al Casellario giudiziale e non risultava nulla. Naturalmente non avevo avuto altri guai giudiziari e, con quella vecchia storia chiusa, ero tranquilla. Ho consegnato tutta la documentazione richiesta e ho lasciato in bianco la domanda sui precedenti penali. Nessuno, nemmeno ai corsi che si fanno nell’anno di prova, mi ha mai spiegato né che esiste un casellario analitico che viene consegnato alla pubblica amministrazione ma non al cittadino, né il significato del Dpr 445/2000 o di altro. Avrei saputo che, anche se era storia chiusa, non dovevo lasciare in bianco la casella. Anche se in realtà l’art.75 parla di decadenza, in presenza di una dichiarazione non veritiera, dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera. E il diritto al contratto l’avevo già per i requisiti professionali, non l’ho acquistato non sbarrando la casella. Ora rischio non solo il licenziamento, ma di dover ricominciare tutto da capo. Insegno da 11 anni, sono stata precaria in varie città italiane. E ora che il ruolo è arrivato...».

La voce si incrina un po’. Davvero sembra incredibile quello che sta succedendo. Tanto più che, pur costretto ad avviare la procedura, il suo dirigente le ha rilasciato una relazione di servizio più che lusinghiera, dove si attesta competenza didattica, capacità di gestire classi difficili, rapporti positivi con colleghi e dirigenza, assenze minime, presenza propositiva nelle riunioni... un gioiello di insegnante.

Ma il problema non è solo degli insegnanti. Tra le persone di scuola che rischiano il loro lavoro c’è anche una bidella che anni fa, chiamata a testimoniare in Tribunale, ha infilato giuliva sotto il metal detector la borsetta, dimenticando che ci aveva infilato il coltello per l’arrosto appena acquistato! «Il reato di porto d’arma abusivo – commenta sarcastico il suo avvocato – non solo le ha impedito di tagliare l’arrosto, ma ora rischia di lasciarle solo il fumo!».

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