«Rubiamo ai ricchi per dare ai poveri»
Banda arrestata, alcuni vivono a Bergamo

Uno di loro, su Facebook, scriveva di se stesso, alla voce professione, «ladro». Altri scrivevano: «Rubiamo ai ricchi per dare ai poveri», sentendosi come Robin Hood: da qui il nome dell’operazione avvenuta a Cuneo. I video.

Per i carabinieri sono responsabili di 18 furti in abitazione compiuti tra novembre 2016 e febbraio 2017. Sarebbero responsabili anche di una rapina, ricettazione e il favoreggiamento di un latitante, che deve scontare 7 anni e 6 mesi di reclusione per un tentato omicidio avvenuto a Verzuolo nel 2006. Un’indagine lunga e complicata quella che ha portato all’arresto di 9 persone, tutte di nazionalità albanese, provenienti per lo più dalle province di Milano e Bergamo. La notizia è riportata dai siti della zona di Cuneo.

L’attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Cuneo e delegata al Nucleo Investigativo di Cuneo e al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Saluzzo. Utile per risalire alla banda l’arresto a Treviglio di un latitante che sarebbe collegato al gruppo criminale. Si tratterebbe di un ricercato per tentato omicidio e arrestato lo scorso febbraio.

Degli arrestati, quasi tutti pregiudicati, cinque sono in carcere. Uno è stato fermato a bordo di un furgone, diretto verso l’Albania, con a bordo gioielli e preziosi, oltre a pc, tablet e materiale vario, tutto riconducibile ai furti. Sono stati recuperati, infatti, 2 veicoli rubati e 40.000 euro di refurtiva, il tutto restituito ai legittimi proprietari nel corso delle indagini. Le zone prese di mira dai furti erano in prevalenza la provincia di Cuneo.

Le indagini - svolte anche con l’ausilio di intercettazioni e delle immagini di videosorveglianza - sono state avviate nel novembre scorso e si sono concluse nel mese di febbraio ed hanno consentito di individuare un gruppo di cittadini di nazionalità albanese, tutti dediti alla loro unica fonte di reddito: la progettazione ed esecuzione di furti in abitazione e in esercizi commerciali (eseguiti prevalentemente in orario serale o notturno) in maniera «abituale» e «professionale».

Nel corso delle intercettazioni sono state captate conversazioni durante le quali gli stranieri hanno discusso con altri loro connazionali, residenti in altre zone del territorio nazionale, dei «gruppi» di lavoro e della «qualità» delle persone che li compongono; dei rispettivi «modus operandi» (principalmente effrazione delle finestre, rottura delle serrature delle porte, sfondamento delle stesse); della possibilità di «scambiarsi i territori e le persone» con le quali collaboravano. Un vero e proprio network di professionisti dei furti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA