Via Tasso presta i suoi tesori
A Presezzo 50 opere dei maestri del 900

Per la prima volta la collezione permanente d'arte della Provincia di Bergamo viene valorizzata al di fuori delle sedi istituzionali in città. Da sabato 16 ottobre Palazzo Furietti Carrara di Presezzo ospita oltre cinquanta opere della collezione, realizzate nel corso del '900 da maestri e artisti, anche giovani, legati al territorio bergamasco. La mostra sarà visitabile fino al 7 novembre (venerdì 19-21.30, sabato, domenica e lunedì 1 novembre 9.30-12.30 e 15.30-19.30).

L'inziativa è promossa «per far conoscere questo grande patrimonio dell'arte bergamasca – spiega Silvano Ravasio, presidente di Turismo Bergamo e di Promoisola –. Si fa vivere l'arte in provincia, in questo caso in un palazzo settecentesco con affreschi del Cavagna acquisito e recuperato dal Comune di Presezzo e messo a disposizione della comunità proprio per l'arte. Stiamo prendendo contatti con Treviglio e Clusone, così che la mostra sia itinerante in tre punti cardinali della provincia, in sedi di valore storico-artistico e di pregio turistico nella Pianura bergamasca e in Valle Seriana, in collaborazione con Provincia, Fondazione Creberg, enti e associazioni del territorio».

Questa sintesi di opere grafiche, pittoriche e scultoree, scelte per qualità e ragioni espositive fra le oltre trecento della collezione, potrebbe quindi ampliarsi. «Siamo soddisfatti – commenta Giovanni Milesi, assessore a Cultura, spettacolo, identità e tradizioni della Provincia – della richiesta da parte del territorio, in particolare di Promoisola e Fondazione Creberg, a collaborare per diffondere in varie realtà del territorio provinciale la conoscenza del patrimonio d'arte bergamasca contemporanea che la Provincia ha raccolto attraverso donazioni e acquisizioni. È proprio nelle intenzioni dell'amministrazione far conoscere gli artisti bergamaschi contemporanei e la ricca tradizione culturale che fa onore a Bergamo».
Tra gli artisti in mostra Locatelli, Guidotti, Bonfanti, Cornali, Iotti e Ghisleni.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 16 ottobre

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