Daniela Poggi, la suocera di Lavia:
è questo il bello, cambiare sempre

«Mi scusi, sa, ma ho il raffreddore e la voce è tutta nel naso». Malgrado l'inconveniente Daniela Poggi ha una voce limpida e accogliente e con grande semplicità racconta del suo debutto con Gabriele Lavia, regista e interprete di Tutto per bene.

«Mi scusi, sa, ma ho il raffreddore e la voce è tutta nel naso». Malgrado l'inconveniente Daniela Poggi ha una voce limpida e accogliente e con grande semplicità racconta del suo debutto con Gabriele Lavia, regista e interprete di Tutto per bene di Luigi Pirandello che il 4 dicembre arriverà al teatro Donizetti, dopo aver toccato Firenze, Milano e Torino.

Partita dalle commedie all'italiana degli anni '80, Daniela Poggi, classe 1954, non si è fatta mancare la televisione - sia come attrice in fiction di successo sia come conduttrice - e una lunga carriera in teatro. In Tutto per bene ha un ruolo secondario, ma molto interessante, quello della vedova Barbetti, rigorosamente con l'articolo davanti.

La Barbetti è descritta da Pirandello come una donna di 63 anni «tinta e goffamente parata» e ricorda la classica immagine pirandelliana della vecchia signora imbellettata. È un personaggio così tragico e ridicolo?
«In realtà la Barbetti è una donna onesta e libera, per certi versi una femminista ante litteram. Di esagerato in lei c'è giusto un certo abbigliamento importante, con un vistoso cappello di piume. Per il resto è una persona diretta che va orgogliosa per la sua strada e non cade nel tranello degli equivoci e degli opportunismi, come tutti gli altri fanno».

Nello spettacolo lei è la suocera del protagonista, Martino Lori, interpretato dal regista, Gabriele Lavia, e avete un rapporto conflittuale. Nella realtà com'è lavorare con Lavia?
«Lavia ha un'idea molto precisa della sua versione di "Tutto per bene" e quindi sa esattamente cosa vuole dagli attori. Come regista è di grandissima disciplina e pulizia scenica e non dà spazio alle interpretazioni degli attori. Non si può improvvisare con lui, quello che chiede va fatto alla lettera. È sicuramente impegnativo, ma il risultato viene riconosciuto dal pubblico».

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