Herman è figlio della donna Sirena e dell’Uomo Pesce, la sua famiglia è il circo, quello dove ci si riunisce sotto il tendone a guardare funamboli, uomini elefante, strane creature a tratti mostruose, ma che svelano la meraviglia. Una vita fuori dall’ordinario che corre parallela a quella di Cerro, impegnato a lavorare all’Ufficio Oggetti Rinvenuti di Milano e a innamorarsi giorno per giorno di Marilisa. Herman e Cerro condividono un’attrazione pazzesca, quella per Goliath, una balena gigante. Tanto grande e spettacolare da far spalancare la bocca a chiunque nelle città dove Goliath è andata in tour, per davvero e nella fantasia delle pagine del libro di Alessandro Barbaglia, “Nella balena”, dove la si può incontrare. Un’opera in cui lo scrittore piemontese è inciampato rimanendo inchiodato alla scrivania, almeno fino a quando non è diventata letteratura.
“Goliath è esistita per davvero e ha una storia incredibile. La balena è stata acquistata in Norvegia da un impresario teatrale torinese, Giuseppe Erba, che l’ha portata in giro per tutta l’Italia – spiega – L’ultima data del tour è stata nel 1980 a Vercelli, dove c’è la mia libreria. Ho trovato una locandina che pubblicizzava il passaggio della balena in città, dopodiché mi sono messo sulle sue tracce, tra le cronache dei giornali locali, un documentario della televisione svizzera e molto altro materiale, scoprendo anche che ‘Goliath’, la canzone in cui Vinicio Capossela cantava della balena, raccontava una storia vera, non era solo il testo di un brano”.
La vicenda di Goliath è reale, la storia della Goliath di Barbaglia “è vera quasi al 100%, ma almeno è sincera”, come molte altre storie che l’autore ha scritto, racconti audio parte della collezione “Pocketstories – Storie Vere al 97%”, ossia “vere quanto basta per lasciare spazio all’immaginazione di chi racconta. Storie che si infilano nelle pieghe della realtà per recuperare un succo al sapore di incredibile”.
Perché la storia della balena norvegese ha davvero dell’incredibile, tanto da far innamorare l’autore: “Non considero l’aspetto meraviglioso o il fiabesco in contrasto con la realtà, non c’è la necessità che sia proprio tutto vero. La meraviglia è una lente d’ingrandimento sulla realtà, è un mezzo di analisi e ci aiuta a rapportarci a ciò che accade. Quel suo lasciar spazio a un 3% di sogno e fantasia non ne rende l’effetto meno reale”.
Così, in piena quarantena, le vicende di Goliath sono state pubblicate e l’autore ha presentato il libro appena è stato possibile, leggendone alcune parti al Coccia, il teatro cittadino di Novara in diretta sui social. “Abbiamo organizzato una lettura per spazi vuoti. Tutte le storie sono teatri e pance delle balene. Quando sei a teatro o leggi vieni inghiottito nel loro ventre oscuro, incontri dei personaggi che rappresentano il baleno della meraviglia. Le parole occupano perfettamente lo spazio del pubblico e riempiono con il loro potere evocativo. La balena è nata per spazi vuoti e li ha riempiti con la propria storia”.
Una storia che porta inevitabilmente a parlare di amore: “Siamo sempre e solo il risultato degli incontri che facciamo. Siamo sempre e solo la storia delle nostre storie d’amore” si legge sulla copertina del libro, dove Goliath pare nuotare in un mare di nuvole.
“Un amore imperfetto, come il tempo delle fiabe che si aprono sempre con ’C’era una volta’ – racconta Alessandro – Imperfetto è il sentimento per gli innamorati che si incontrano nel baleno del loro amore. Imperfetto è il tempo dell’amore. Quanto dura un bacio? Sempre un’istante, anche se è durato più a lungo. Nel ricordo è sempre troppo breve, sempre già finito e necessariamente deforme, perché l’amore deforma il tuo pensiero, i tuoi sogni, le tue aspettative. Gli amori che non deformano sono conformisti. Ma come si può amare con conformismo? Deforma sempre ciò che tu regali all’altro, lo rende più grande e lo fa sconfinare ed è quello che succede anche ai deformi del circo Barnum, grandi mostri che però sanno trasformare la propria mostruosità in un magnete di meraviglia. Il mostro è un prodigio sovrumano. Tutti i nostri supereroi sono mostruosi: Batman, Superman, l’Uomo Ragno, così come tutte le nostre divinità. Chi fa miracoli è una meraviglia o un mostro. Voglio bene ai mostri, ne sento il profumo meraviglioso”.
Nelle pagine del libro di Alessandro Barbaglia, il meraviglioso è spazio dove la realtà al bivio sceglie la strada della poesia e si allontana dalla cronaca di un bizzarro impresario teatrale, che arriva fino in Scandinavia per scritturare un cetaceo. Allora il tempo si conta in mirtilli, come faceva da piccolo Cerro, uno dei protagonisti e l’altro. Herman impara a lottare dall’Uomo Elefante e lo scrittore registra sulla carta quello che i personaggi lasciano accadere.
“Quando apri un libro cominci a lottare. La storia ti vince e ti porta in un tempo e in un luogo diverso, ti rapisce anche fisicamente. Sei sconfitto dalla lotta che hai con la storia. Vinci quando la storia su di te ha un piccolo cambiamento, lotti insieme alla storia che stai leggendo e quello è nutriente. Leggere un libro e raccontare storie ha sempre a che fare con questo. Consigliare un libro poi significa cercare di estendere l’amore per quello che ho letto a qualcun altro”.