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Ricordando Pierluigi Forcella, la musica bergamasca risuona a Villa d’Almé

Articolo. A partire dal 15 aprile, due intense settimane di eventi culturali dedicati al musicologo, pianista e compositore Pierluigi Forcella, attento studioso della musica bergamasca, scomparso nel 2018. Promossi dal Comune di Villa d’Almé con la partecipazione della Parrocchia, i quattro appuntamenti vedranno la partecipazione di tanti protagonisti – dai giovani studenti delle scuole medie fino alla Cappella Musicale del Duomo di Bergamo – nel segno del ricordo del Maestro

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Pierluigi Forcella ritratto da Francesco Mangili, Villa d’Almè 2011

La musica è fatta di nomi, di persone che si sono impegnate fino in fondo verso la ricerca di un linguaggio attraverso cui raccontare loro stessi. Oltre ai grandi compositori, però, anche l’impegno dei grandi commentatori, musicologi e “scrittori di musica” ha avuto – e ha tutt’ora – una grande importanza, soprattutto se il repertorio trattato è poco noto al pubblico. La tradizione musicale bergamasca, ricchissima a partire dal Quattrocento in poi, ha segnato profondamente la storia della provincia e della città, in alcuni casi influenzando in modo radicale anche territori stranieri (pensiamo a Gaetano Donizetti, ad esempio).

Questa storia merita molta attenzione, passione e cura: tutte premure che hanno contraddistinto il profondo impegno di Pierluigi Forcella, musicologo, pianista, docente e compositore di Villa d’Almè. Il Maestro, nel quinto anniversario della sua scomparsa, verrà ricordato in un ciclo di quattro appuntamenti organizzati dal Comune insieme alla Parrocchia.

Quando ero piccolo ho avuto modo di incontrarlo, una volta: allora non conoscevo il suo lavoro. Ora, a distanza di molti anni da quel lontano incontro, la sua grande eredità è rimasta nei miei studi musicali (possiedo molti libri da lui scritti, fonte per me di continuo approfondimento) e il suo contributo è sorgente per una vasta riscoperta, anche se pochi conoscono il suo operato. La figura di Pierluigi Forcella è infatti sconosciuta ai più: rappresenta, invece, un importante punto di riferimento per lo studio di quel «sottobosco musicale orobico», come lui amava definirlo. Dalla sua penna di musicologo sono nati numerosi testi sulla musica della nostra terra: oltre alle monografie di autori importanti, ha scritto sulla tradizione operistica nel territorio bergamasco, sulla storia del pianoforte locale e molti altri contributi apparsi in riviste specializzate.

«Far conoscere la figura di Forcella significa mettere in luce una figura di professionista che è stato: didatta, musicologo e divulgatore. Come ricercatore ha saputo costruire una fitta rete di relazioni tra musicisti, studiosi e appassionati. Come professore di musica e insegnante di pianoforte ha avviato molti compaesani allo studio di uno strumento» così lo ricordano Gianpietro Turani e Matteo Ranghetti, allievi del maestro e organizzatori, assieme a Lucio Mosè Benaglia e Giacomo Parimbelli, degli appuntamenti di questa rassegna a lui intitolata.

La grande eredità che Forcella ha lasciato, nel suo comune, è dunque profonda: è stato a lungo insegnante presso le scuole medie, ha curato diversi appuntamenti musicali volti a restituire al pubblico il meraviglioso universo qual è la Musica: «Forcella aveva la capacità di vedere e raccontare i musicisti che studiava presentandoli come persone che vivevano e agivano in un preciso contesto storico, sociale e culturale. L’insegnamento dello strumento era caratterizzato da grande rigore e grande umanità» ricordano sempre Turani e Ranghetti.

Chi era Pierluigi Forcella?

Nato a Paladina nel 1951, ha studiato sin da giovane pianoforte fino al diploma con Giulio Legramanti, approfondendo parallelamente lo studio del canto didattico con Silvia Bianchera Bettinelli. Successivamente al diploma ha approfondito l’armonia e la composizione con Luciano Benigni. Per più di trent’anni è stato professore di musica alle scuole medie, incoraggiando molti allievi allo studio di uno strumento. Come musicologo, ha riscoperto e valorizzato il grande patrimonio musicale bergamasco, in modo particolare quello degli ultimi due secoli.

Tanti sono gli autori di cui Forcella ha ampiamente parlato, restituendo alla memoria nomi altrimenti destinati all’oblio: Giovanni Bertuletti, compositore di Villa d’Almè; Matteo Salvi, di Botta di Sedrina; Girolamo Forini, amico di Donizetti e di Mayr, solo per citarne alcuni dei quali il musicologo ha curato personalmente delle monografie. Nel 2007, insieme a Francesca Ravasio e Gianpietro Turani, ha fondato l’ensemble Salotto musicale Bergamasco, grazie al quale ha contribuito alla diffusione di pagine di autori musicali bergamaschi nella duplice veste di esecutore e conferenziere.

Per il suo profondo e ampio operato nel 1994 è stato nominato accademico dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo e nel 2002 è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. Nel 2013 viene purtroppo colpito da una grave forma di SLA, che lo porta nel 2018 alla sua prematura scomparsa.

Quattro appuntamenti per ricordarlo

La poliedrica figura del Maestro Pierluigi Forcella ha segnato profondamente la storia culturale di Villa d’Almè: tanti sono gli ambiti nei quali ha rivestito un importante ruolo, sia come intellettuale che come insegnante. Ambiti e aspetti che dialogheranno in sinergia nei quattro appuntamenti della rassegna curata in sua memoria.

Il primo appuntamento sarà sabato 15 aprile alle ore 10.30, presso la sala consiliare del Comune di Villa d’Almè: protagonisti saranno gli studenti e i docenti della Scuola Secondaria di Primo Grado “Alberto Manzi”, i quali proporranno alcune pagine di musicisti bergamaschi studiati dal Maestro – Tarenghi, Maffezzoli, Brignoli – oltre che una composizione dello stesso Forcella: «Pensieri naïves». Si proseguirà domenica 16 aprile alle 15, sempre nella sala consiliare del Comune, con un incontro di carattere conferenziale sull’attività di ricerca e divulgazione di Pierluigi Forcella: interverranno Giacomo Parimbelli, Giosuè Berbenni e Lucio Mosè Benaglia, accompagnati dall’esecuzione di alcuni brani dedicati al Maestro.

Gli ultimi due appuntamenti si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Villa d’Almè: domenica 23 aprile alle ore 11 si terrà una Santa Messa in memoria di Pierluigi Forcella, animata dalla Cappella Musicale del Duomo di Bergamo (Matteo Magistrali, direttore; Luigi Panzeri, organo). L’ultimo appuntamento sarà invece il 23 aprile alle ore 20.30, con un concerto in memoria del Maestro: protagonista sarà il New Phoenix Ensemble (Letizia Elsa Maulà, clarinetto; Sylvia Cempini, violoncello e Ian de Jong, violino e viola) accompagnati al pianoforte dal Maestro Pieralberto Cattaneo, con l’esecuzione di pagine di Donizetti, Piatti, Forcella, Campodonico, Maffeis, Bettinelli, Cattaneo, Benaglia e Locatelli.

Tra auspici e ricordi

A cinque anni dalla sua scomparsa, l’esperienza di Pierluigi Forcella è ancora molto presente nel cuore di chi l’ha conosciuto e di chi condivide la grande passione per la musica orobica: l’auspicio di questa importante rassegna è quello di poter proseguire nella restituzione del mondo musicale affrontato e scandagliato in vita dal musicologo. Il terreno da lui sondato è ancora nascosto, troppo poco valorizzato dalle istituzioni musicali, dunque l’auspicio coinvolge in prima misura gli allievi: «Ci piacerebbe che il lavoro di Forcella non finisca solo nelle sue pubblicazioni, ma che possa diventare fonte di studio e di approfondimento per giovani studenti di Conservatorio e per chi sta approcciando il mondo della musicologia».

La comunità di Villa d’Almè abbraccia con tanto amore i ricordi del suo concittadino. Gianpietro Turani, in particolare, conserva una interessante testimonianza: «Alla metà degli anni Novanta, il Maestro Forcella doveva intraprendere un viaggio di studio a Monaco di Baviera, per approfondire la figura di Girolamo Forini. Mi chiese di accompagnarlo. Fu un viaggio particolare, perché Pierluigi si rifiutò categoricamente di percorrere l’autostrada – più veloce – scegliendo invece percorsi alternativi su strade secondarie al fine di vivere maggiormente le atmosfere dei luoghi da un punto di vista storico e musicale». Anche durante un viaggio, nella vita comune, la scelta di percorrere il «sottobosco» rispetto alle grandi direttive è una delle caratteristiche che Forcella conservò sempre dentro di sé, eredità di passione che resta viva nel cuore di coloro che vogliono portare avanti il suo messaggio.

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