«Aiutiamoli a vivere», mercatino a Ranica
per i bambini in arrivo da Chernobyl

Angioletti di pannolenci, pupazzi di neve come segnalibri, abat jour con graziose bambole di stoffa. E ancora addobbi natalizi delle più svariate forme e grandezze per decorare l’albero di Natale o la casa in prossimità delle prossime festività.

È un mercatino speciale quello organizzato dal comitato della Fondazione «Aiutiamoli a vivere» di Ranica davanti al Municipio per le giornate di sabato (dalle 15 alle 19.30) e domenica (dalle 8.30 alle 19.30) prossimi. Il ricavato infatti servirà alla Fondazione per sostenere due importanti progetti di solidarietà destinati ai bambini della Bielorussia. “Siamo un gruppo di famiglie – spiega la presidente Patrizia Noris – che ha deciso di dedicare del tempo per accogliere un bambino bielorusso nella propria casa, per circa un mese, una volta all’anno e con una rotazione triennale. I bambini vengono a Ranica durante il periodo scolastico e, durante la giornata, dal lunedì al sabato, fanno attività didattica con le insegnanti bielorusse e l’interprete in locali messi a disposizione dalla scuola del territorio. Il nostro Comitato organizza per loro visite pediatriche di controllo, oculistiche e dentistiche, più eventuali visite specialistiche per chi avesse necessità; e attività ricreative, gite, momenti di gioco e di festa insieme, perché il loro soggiorno sia davvero una vacanza terapeutica».

I prossimi bambini arriveranno il 24 febbraio e saranno ospiti delle famiglie di Ranica fino al 24 marzo: «La prima accoglienza è stata nel 1998 – prosegue la presidente – e da allora sono stati accolti 220 bambini, di età compresa tra i 7 e i 10 anni. Sono tutti provenienti dalle zone ancora contaminate dalle radiazioni nucleari di Chernobyl del 1986. Le conseguenze di tale tragedia sono destinate infatti a durare ancora molto nel tempo e i riflessi economici, sociali e sanitari sono ancora molto pesanti e i bambini ne sono le prime vittime».

La Fondazione “Aiutiamoli a vivere” non si limita ad accogliere i bambini, ma ogni anno una delegazione si reca a Loev, paese di provenienza dei bambini, per dare un aiuto concreto a tutta la comunità:”Durante il nostro primo viaggio nel 1999 ci siamo resi conto di quanti e quali mezzi mancavano non solo alle famiglie ma anche alle strutture pubbliche. Il primo nostro contributo è stato l’acquisto di un’incubatrice. Da allora ogni anno organizziamo un viaggio a Loev non solo per nuovi aiuti, ma anche per verificare personalmente quanto è stato fatto e cosa ancora si può fare”. Per info sulla Fondazione www.aiutiamoliavivereranica.it.

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