Prof uccisa a Seriate, negli ultimi anni
lesioni compatibili con percosse

Spunta una nuova – e, stando alle indiscrezioni – corposa documentazione agli atti dell’inchiesta sull’omicidio di Gianna Del Gaudio, l’ex prof di Seriate ammazzata nella sua casa la notte del 26 agosto scorso.

Si tratta di documentazione sanitaria: nello specifico, referti medici redatti in un arco di tempo indietro di due anni rispetto alla morte della sessantatreenne, e dai quali emergono dettagli finora rimasti ignoti. Ovvero che Gianna Del Gaudio si sarebbe fatta visitare, e refertare, in più occasioni e in diverse strutture sanitarie, oltre che dal medico di base, per traumi da lei stessa riferiti come «incidenti domestici». Ma che oggi, alla luce di quanto accadutole, per gli inquirenti assumono un contorno ben diverso. In un’occasione, l’ex prof si era presentata in ospedale con i denti rotti e aveva riferito di una caduta. In un altro, si era rotta un braccio: caduta anche in quel caso. Per i medici non c’erano stati sospetti che la donna stesse mentendo e, non trattandosi comunque mai di prognosi eccessivamente elevate, non c’era stata alcuna segnalazione, pare, alle forze dell’ordine, anche perché da parte della vittima non era mai seguita alcuna denuncia nei confronti di nessuno, tantomeno dei familiari.

L’unico comune denominatore di tutti i referti è il luogo degli «incidenti domestici»: la villetta di piazza Madonna delle Nevi dove Gianna Del Gaudio viveva con il marito Antonio Tizzani, per ora l’unico indagato (ma a piede libero e come atto dovuto) e dove, in cucina, è stata uccisa con un taglio netto alla gola. Ma cosa si cela, dunque, dietro queste visite mediche e questi referti? Erano davvero incidenti domestici? E come mai così tanti e in un periodo di tempo tutto sommato limitato?

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