Vacanze sinonimo di stipsi
L’acqua è un vero toccasana

Colpisce milioni di italiani, complici i cambiamenti, il caldo e le abitudini alimentari altalenanti. Ecco cosa fare per difendersi.

Anche se quest’anno in misura minore, per via del Covid-19, l’estate e le vacanze sono sinonimo di viaggi, cambiamenti, caldo e abitudini alimentari altalenanti. Tutti questi fattori portano ogni anno milioni di italiani a dover affrontare un fastidioso problema, l’irregolarità intestinale. Sono soprattutto le donne a soffrirne a causa delle frequenti oscillazioni ormonali estive che rendono ancora più faticoso questo periodo.

Per combattere i fastidi legati alla stipsi uno degli alleati fondamentali è sicuramente l’idratazione. Diversi studi hanno evidenziato come un maggiore consumo di acqua possa contribuire a regolarizzare l’intestino. Le persone, in salute, ma con minori livelli di idratazione possono, infatti, iniziare ad avere problemi di stipsi più facilmente.

«Per cercare di alleviare questo problema, un valido aiuto viene dall’acqua - spiega Alessandro Zanasi, membro dell’Osservatorio S. Pellegrino e docente all’Università di Bologna -. Un’adeguata idratazione, soprattutto nei periodi più caldi, è una delle migliori soluzioni, non solo per garantire il benessere di tutto il corpo, ma anche per aiutare l’intestino a svolgere regolarmente le proprie funzioni. L’acqua facilita la stimolazione dei processi digestivi aumentando così la velocità di svuotamento dello stomaco e favorendo il transito intestinale. Due o tre litri d’acqua al giorno possono quindi aiutare a contrastare questo fastidioso disturbo».

Anche il lockdown può aver contribuito alla manifestazione di alcuni disturbi intestinali. Stare seduti per lunghe ore, mantenere uno stile di vita sedentario, insieme a stress e ansia, possono causare stasi delle feci e costipazione. Rimanere ben idratati, avere una dieta ricca di fibre e abbinare ad uno stile di vita sano una buona attività fisica, sono stimoli importanti per il metabolismo e aiuti fondamentali per «far muovere nuovamente le acque».

La stipsi può ridurre notevolmente la qualità di vita delle persone. Feci dure e continui sforzi possono inoltre provocare non solo un rialzo della pressione sanguigna (con possibili emorragie congiuntivali), ma anche irritazioni e prolasso delle emorroidi. Generalmente la stipsi è una condizione benigna, ma se compare improvvisamente in persone adulte con una familiarità di tumori intestinali, se c’è sangue nelle feci, se si dimagrisce, se si diventa anemici, bisogna rivolgersi al medico curante per eseguire gli esami del sangue e strumentali. La complicanza più temibile della stipsi è l’occlusione intestinale dovuta alla presenza del cosiddetto «fecaloma» che è un accumulo di feci che si può fermare in qualsiasi tratto del colon e che, se non adeguatamente trattato, può portare (anche se in rari casi) ad ischemia rettale (mancanza di apporto sanguigno).

L’approccio con il paziente con stipsi si basa inizialmente su un’anamnesi accurata e l’esame clinico. Le procedure diagnostiche utilizzate sono volte ad identificare la causa organica o funzionale della stipsi e saranno scelte dal medico sulla base dei sintomi del paziente e sui dati rilevati clinicamente.

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