A Londra Luca Pagani hairstylist per Naomi e Versace

LA STORIA. Da cinque anni vive Oltremanica. I primi passi a Ikaros a Calcio e da Aldo Coppola. Poi il salto nella moda: ora sogna di volare a Los Angeles.

«Ho sempre avuto la passione per i capelli, fin da piccolo. Mi ricordo quando mettevo della mousse sui capelli di mia mamma e li arrotolavo intorno al dito aspettando che si asciugassero per fare dei boccoli, che non uscivano perché non era per nulla il metodo giusto. Oppure quando preparavo la criniera e la coda del mio cavallo per andare alle gare con le treccine, avrei potuto spazzolarlo per ore». Luca Pagani, 26 anni, originario della Bassa bergamasca, dove ha vissuto con la madre tra Calcio a Pumenengo, oggi, che vive e lavora a Londra da 5 anni come parrucchiere, può dire con certezza che la sua strada è in questo settore. Forse dentro di sé l’ha sempre saputo. Ma fino a pochi anni fa, in alcuni momenti, gli pareva un azzardo, una sfida da vincere. «Non ho mai saputo – spiega infatti Luca – se fare il parrucchiere fosse la mia strada fino a poco tempo fa, ma ho sempre avuto un’attrazione forte per questo lavoro. Mi è sempre piaciuto, fin da piccolo. Ho poi deciso di seguire il mio istinto e dopo tanti sacrifici oggi posso dire che faccio ciò che mi fa stare bene. E ora ho la sicurezza di voler fare questo lavoro per il resto della mia vita».

Il curriculum di Luca

La strada di Luca però non è stata dritta e in discesa, anzi. «Ho frequentato l’istituto agrario Cantoni di Treviglio per tre anni per poi capire che non era la strada giusta per me e, dopo aver passato un esame di ammissione per entrare al secondo anno, ho frequentato l’Ikaros di Calcio nel settore parrucchiere per tre anni, diplomandomi nel 2016 con il massimo dei voti. Partendo da zero devo ricordare che sono riuscito a passare l’esame per accedere al corso di parrucchiere solo grazie a Simona e Lucia, due ragazze che avevano un salone a Pumenengo e che, credendo in me, mi hanno dato la possibilità di apprendere tutte le nozioni che mi sarebbero servite durante l’esame e che hanno dato un fondamento stabile alla mia carriera. Devo ringraziarle davvero, perché se oggi sono arrivato a fare il parrucchiere a Londra è anche grazie al loro aiuto in quel momento, quando per me è iniziato tutto».

In Italia Luca ha vissuto anche a Lissone, in provincia di Monza, e ha mosso i primi passi come parrucchiere. «In Italia ho lavorato sempre come parrucchiere, prima in un piccolo salone di Pumenengo, dove ho imparato tutte le prime basi del lavoro e preso confidenza con lo stare in salone, per poi andare a lavorare da Aldo Coppola by Monza per tre anni (a Monza, dal 2015)». Poi nel 2018 la decisione di trasferirsi in Inghilterra, a Londra, dove vive e lavora ancora oggi. «Sono partito cinque anni fa ormai. Sono venuto a Londra in vacanza per una settimana e mi sono innamorato della città e un mese e mezzo dopo mi sono trasferito qui da solo. Trovo che l’Inghilterra sia molto accogliente verso gli immigrati o gli stranieri in generale. Ho subito trovato un salone in cui lavorare dove ho incontrato e lavorato con persone provenienti da tutte le parti del mondo, per poi diventare libero professionista e concentrandomi su moda e celebrità. Ho infatti lavorato come assistente per Lorenzo Barcella e Dimitri Giannetos (due nomi importanti del celebrity hairstylist) e lavorato con celebrity del calibro di Naomi Cambpell, Cindy Crawford e Donatella Versace. Non ho nemmeno avuto alcun problema a trovare amici e ambientarmi a Londra. Io conoscevo già un po’ la lingua e quindi questo mi ha sicuramente facilitato nel comunicare. Poi devo dire che qualche errore di pronuncia o qualche parola o frase tradotta in modo sbagliato hanno creato situazioni simpatiche in cui coltivare amicizie».

La vita a Londra

Luca quindi a Londra è felice e si sente a casa. «Al momento sono single, mi sto concentrando sul mio lavoro, anche se qui si è sempre in movimento ed è facile incontrare e conoscere persone sempre nuove. Per me trasferirmi all’estero è stato davvero bellissimo, l’ho vissuto anche come una liberazione, una nuova nascita, anche perché qui ci sono persone da tutto il mondo e le opportunità sono infinite: la tua prospettiva, lavorativa e non solo, cambia. In meglio direi. Considero il mio lavoro un lavoro artistico, dove la creatività è importante. Credo che la mia vita in Italia mi abbia dato le basi su cui creare la mia artisticità, ma è stato quando non mi sono trasferito a Londra che sono riuscito a sentirmi libero di essere e tirar fuori chi veramente sono. Tra l’Italia e l’Inghilterra non c’è paragone. L’unica cosa su cui l’Italia supera l’Inghilterra è il cibo. Anche se credo che l’Italia abbia molto potenziale penso sia gestita abbastanza male e uscendo dai suoi confini te ne rendi ancora più conto. Non mi sorprende che tanti giovani come me vogliano migrare in paesi più aperti, dove la meritocrazia è davvero riconosciuta e dove gli stipendi sono corretti e ti viene data la possibilità di crescere».

Certo, l’Italia comunque manca. «Del mio Paese mi mancano le piccole cose, la mia famiglia, il mio cane, delle amicizie importanti. Cerco di tornare ogni tanto e invito spesso a Londra amici e parenti, anche se non vengono spesso. Poi ovviamente adesso è tutto più facile con le videochiamate. Anche se in alcuni momenti non bastano, come durante il Covid-19: a Londra è stato brutto ma molto meno che in Italia. Le regole non erano così strette e il governo inglese è stato veramente rapido a provvedere agli aiuti una volta capita la gravità della situazione. Un fantastico gruppo di amici di sicuro mi ha aiutato molto, sia mentalmente sia fisicamente, con lunghe camminate e workout all’aperto».

I progetti futuri

E il futuro? «La linea di lavoro che ho intrapreso porta a viaggiare spesso e questa è una cosa che mi piace molto. anche se resto in città per pochissimo tempo mi da l’idea di essere libero e di arricchirmi sempre di più, non solo per le persone che mi stanno attorno ma anche per i posti che vedo. Sto pianificando di trasferirmi a Los Angeles, perché “l’american dream” è reale. Non penso tornei mai in Italia, almeno non nelle condizioni in cui il Paese è ora. In un futuro mi vedo quindi a vivere e lavorare o in America o ancora a Londra. Los Angeles è la città perfetta per il mio lavoro e il posto dove ci sono tutti gli award show, dove c’è il cinema, gli show tv e tutta l’industry con cui lavoro e quindi trasferirmi lì sarebbe davvero importante per il mio lavoro. Vediamo cosa mi riserverà il futuro, ma io, come sempre, mi impegnerò per raggiungere quello che mi sono prefissato».

Bergamo senza confini

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