Bergamo senza confini
Domenica 29 Settembre 2019
Capi per i bikers ispirati alle Orobie
«Da Madrid li porto in tutto il mondo»
Marco Massini, 35 anni ed esperto di digital marketing, ha fondato con un amico «Shangri-La Heritage». Da Clusone alla Spagna lanciano marchio internazionale. «Sono un nomade digitale e grazie al mio lavoro posso vivere fuori dall’Italia pur lavorando ogni giorno con clienti italiani». Spiega così, Marco Massini, 35 anni, originario di Clusone, la scelta di vita che lo ha portato, attualmente, a vivere a Madrid. «Tutto è iniziato a fine 2015, quando mi sono licenziato da Groupon, dove lavoravo come referente del dipartimento di ricerca e selezione dei nuovi partner per l’area del sud Europa, e ho deciso di iniziare una mia attività da freelance nel campo della consulenza di digital marketing per start up.
All’inizio vivevo a Milano, dove sono rimasto un anno e mezzo lavorando da casa da remoto. Nel 2016, poi, con la mia ex collega di Groupon, Paola Lazzaretti, cercammo di capire se avessimo potuto creare qualcosa insieme, visto che a quell’epoca lavoravamo entrambi in autonomia».
Nell’estate del 2017 il trasferimento a Madrid. «Paola viveva a Madrid e così ho iniziato a fare la spola tra Italia e Spagna per sondare il terreno e vedere cosa potevamo creare. Nell’estate del 2017 uno dei coinquilini di Paola si è trasferito e ho colto l’occasione per prendere il suo posto nell’appartamento, trasferendomi così a Madrid. Essere un nomade digitale e potere lavorare ovunque da remoto mi ha spinto a provare questa esperienza. Paola poi ha ricevuto un’offerta di lavoro irrinunciabile e quindi non si è mai concretizzato il nostro progetto, ma ho deciso comunque di restare a vivere a Madrid e di lavorare come freelance per i miei clienti italiani». Ma non solo.
Nel 2016, infatti, Marco, parallelamente al suo lavoro da freelance, ha avviato in società con un suo caro amico, Daniel Verzeroli, il brand «Shangri-La Heritage». «Siamo cresciuti insieme, a Clusone, a 100 metri uno dall’altro e ora abbiamo questo progetto comune. L’idea è nata da Daniel, che, dopo aver fatto un’esperienza all’estero, a Liverpool, per cercare di migliorare il suo inglese, al rientro a Clusone, nel 2016, ha deciso di dedicarsi alle sue passioni: l’abbigliamento e le moto classiche. Quando è tornato dall’Inghilterra, Daniel è rimasto molto colpito dalla bellezza delle Orobie, tanto da rimanerne stupito di non averle mai notate in quel modo prima e ha deciso di creare un marchio che parlasse del Nord Italia, che avesse un forte legame con Alpi. Da qui, dall’unione delle passioni per le moto classiche, per l’abbigliamento che richiama i capi iconici del passato e delle bellezze del Nord Italia, è nata “Shangri-La Heritage”: unendo tradizione e innovazione, creiamo capi ispirati ai modelli affermati negli anni ‘40, ‘60 e ‘70 e fortemente legati alle esplorazioni in moto, il tutto con un tipico tocco sartoriale italiano e con i migliori dettagli di qualità».
Marco ha messo, quindi, le proprie conoscenze al servizio dell’idea iniziale di Daniel. «Daniel aveva disegnato i primi capi e ideato il nome quando mi ha chiesto di far parte del progetto portando le mie competenze del mondo digital, di vendita e social media, e poi è stato tutto automatico. Successivamente abbiamo creato i primi prototipi e ad aprile 2016 abbiamo iniziato a farli vedere tramite i social. I feedback sono stati così positivi che abbiamo deciso di fare una prima produzione e di creare un e-commerce per non aprire subito un negozio fisico, con tutti i rischi del caso. La prima produzione, causa diversi ritardi e intoppi, è poi arrivata solo ad aprile 2017, a un anno di distanza dal concept iniziale, periodo durante il quale abbiamo continuato a spingere sul nome dell’azienda».
La crescita di «Shangri-La Heritage», in due anni, è stata davvero importante. «Da luglio 2017, quando abbiamo iniziato a vendere i nostri capi ai negozi nel mondo, siamo arrivati, oggi, ad avere 35 punti vendita nel mondo che si riforniscono da noi. I nostri capi vengono venduti ovunque: Stati Uniti, Corea, Cina, Giappone, Italia, Spagna, Svizzera (6 punti vendita), Germania (3 e un grosso e-commerce), Inghilterra, Repubblica Ceca e Francia (3). Ovviamente la nostra sede è a Bergamo, dove abbiamo anche un negozio in centro, in via Moroni. La cosa curiosa è che siamo riusciti a creare tutto questo senza che nessuno di noi venisse da questo mondo: io sono un ingegnere gestionale, mentre Daniel è laureato in economia. Tutto è dettato da una passione che va oltre quello che è stato il nostro percorso scolastico e i nostri primi passi nel mondo del lavoro. Ora ci sono in campo prodotti nuovi e vorremmo espandere la nostra collezione, dalla maglieria ai pantaloni, fino alle borse per moto.».
I capi realizzati da «Shangri-La Heritage» sono totalmente made in Italy, anche se il tutto è nato, come detto, da un’esperienza estera del socio di Marco e nonostante Marco viva e lavori da Madrid da quando hanno avviato l’attività praticamente. «Trasferirmi è stato abbastanza facile perché avendo fatto avanti e indietro diverse volte prima, avevo già conosciuto i coinquilini, i loro amici e altre persone e sono entrato in un appartamento che già conoscevo. Vivere a Madrid mi è piaciuto da subito, perché vivo molto in centro, ma allo stesso tempo è un quartiere che sente molto di paesino e la gente del posto che incontri per strada la conosci. Non come quando vivevo a Milano». Nonostante attività e affetti siano ancora in Italia, Marco, da buon nomade digitale, ha intenzione di continuare a girare il mondo nei prossimi anni. «Tornando in Italia spesso per lavoro, amici e parenti mi mancano, ma non così tanto: li vedo mediamente una volta al mese. Poi, a Madrid, ho conosciuto e c’è la mia attuale fidanzata, Alana, quindi non tutti gli affetti sono in Italia. Per il futuro, avendo la possibilità di non avere per forza una base fissa, voglio continuare a sfruttare questa opportunità di poter vivere per un certo periodo di tempo in culture diverse da quella in cui sono nato. L’idea è di continuare a girare il mondo, dove non saprei però. Ho delle zone che mi piacerebbe scoprire e vivere, perché mi piacciono in generale, ad esempio il Portogallo potrebbe essere una meta in cui vivere prima o poi. O il Sud America. La cosa certa, però, è quella di voler continuare a sfruttare questa opportunità».
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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