«Il mio cuore ha trovato casa a Malaga tra mare e ritratti di gatti»

LA STORIA. Un viaggio nella città spagnola dopo la pandemia e la scelta di trasferirsi col marito. Silvia Lombardoni: «Il ricordo degli amici animali fissato in un disegno».

«Il mio cuore resta a Malaga… Malaga»: lo cantava Fred Bongusto anticipando quello che, decenni dopo, avrebbe provato Silvia Lombardoni visitando la città spagnola. Nata a Bergamo l’11 luglio 1984, in terra iberica ha ritrovato il calore e la luminosità di quel giorno d’estate e se n’è innamorata. Ma andiamo con ordine.

«Ho avuto un’infanzia tranquilla – ha raccontato –, trascorrevo ore sognando e creando mondi immaginari. Mi sono appassionata presto al disegno grazie a una straordinaria insegnante di Educazione artistica che sollecitava la libera espressione, la creatività senza indulgere troppo sui giudizi tecnici. Erano ore belle, ricche di fantasia creativa». E se state pensando che con questa spinta Silvia abbia poi scelto di frequentare il Liceo artistico state sbagliando. Dopo le Medie, infatti, arriva il Linguistico.

Tra Lingue e Belle Arti

«Confrontandomi con i miei genitori – ha proseguito – ho cambiato direzione e non me ne sono pentita: il Linguistico mi ha aperto orizzonti nuovi e in fondo anche lo studio delle lingue mi affascinava. Ho avuto ancora una volta la fortuna di incontrare professori meravigliosi che si sono rivelati fonti di ispirazione».Ma le passioni giovanili sono un poco come un fuoco che continua a vivere nascosto sotto la cenere, pronto a mostrarsi in tutta la sua forza.

«Per questo dopo le Superiori ho iniziato un corso di arredamento – Silvia ha continuato a srotolare il nastro dei ricordi –: era un settore vicino alla creazione artistica, ma mi mancava lo studio dell’arte e così mi sono iscritta a Scienze dei beni culturali, un corso triennale presso l’Università di Brescia».

L’incontro con Giuseppe

Un contesto nel quale Silvia si è finalmente sentita «a casa», appagata e realizzata. La vita però non è solo studio ovviamente; c’è anche tempo e spazio per i sentimenti, che per la giovane hanno le fattezze di Giuseppe. La sua provenienza da Reggio Calabria la si legge nei colori mediterranei, sorriso aperto e sguardo rassicurante l’hanno conquistata e portata all’altare. «Con lui condivido la passione per i viaggi – ha spiegato – e il desiderio di vivere in un posto nuovo che fosse capace di offrirci un senso di appartenenza. Così quando siamo tornati da un tour in Oman abbiamo iniziato a progettare una possibile trasferta all’estero».

Un progetto impegnativo, un totale cambio di orizzonte che va studiato dettagliatamente e a dare loro il tempo necessario ci ha pensato un evento terribile.

Lo stop per la pandemia

«La pandemia ci ha chiusi in casa – il racconto è di Silvia, ma è come se fosse svolto a due voci –, ci ha isolati e ci ha offerto spazi e tempi inattesi. Abbiamo così iniziato a documentarci, a viaggiare attraverso il web concentrando la nostra attenzione soprattutto sulla penisola iberica. Più guardavamo quei luoghi e più desideravamo poterli visitare. Così, appena è stato possibile, siamo partiti con un Van». L’arrivo a Malaga ha segnato una svolta nella vita di Silvia e Giuseppe, l’atmosfera malagueña li ha letteralmente stregati.

La scoperta di Malaga

«Vivere vicino al mare ha un che di magico, è profondamente rigenerante – ha infatti affermato con convinzione la giovane bergamasca –, ci siamo sentiti subito bene, accolti; per Giuseppe poi è stato un ritrovare la familiare aria mediterranea della sua terra calabrese. Quindi, nell’ottobre 2021, abbiamo deciso di stabilirci qui. I primi tempi sono stati importanti per ambientarci, prendere confidenza con la lingua, con la gente, con ritmi diversi. Quando abbiamo compreso che questo era davvero il luogo in cui volevamo vivere, abbiamo acquistato casa, un passo importante per mettere radici».

I ritratti dei gatti

In questa città, che coniuga con eleganza storia e modernità, Silvia ha trasformato in lavoro la sua passione artistica, in fondo sono nella terra che ha dato i natali a Pablo Picasso. I ritratti di animali sono il suo tratto distintivo, una specializzazione che non è nata per caso.

«Avevo un gatto rosso che adoravo – ha spiegato –. Quando è morto ho pensato che mi sarebbe piaciuto farne un ritratto e così ho approfondito il disegno con soggetto animale. Dipingerli è qualcosa di diverso rispetto al fotografarli; è il tentativo di catturarne l’essenza attraverso il tratto, di caratterizzarli attraverso le sfumature, di rendere vivi i loro sguardi e trattenere in un foglio tutto ciò che ce li rende tanto cari». Dalle matite colorate che si muovono sicure sui fogli ecco spuntare baffi diritti, irriverenti nasini rosa, furbi occhi gialli che sembrano fissare l’osservatore e condurlo in un mondo di miagolii, di fusa, di alti latrati o di fruscianti battiti d’ali.

Il corso di disegno

«Ho approfondito il disegno e più in generale l’arte con corsi prima on line e poi in presenza qui a Malaga – nelle parole la passione vibra ed è impossibile non notarla –, ho la fortuna di avere una splendida insegnante che porta il mio stesso nome e che mi sta aiutando a evolvermi, mi incoraggia a trovare il mio stile, a esprimermi come persona prima che come artista».

Il velo di nostalgia

Mentre Silvia dipinge, Giuseppe lavora come informatico e il completo equilibrio professionale rispecchia quello familiare. Tutto perfetto, insomma, se non fosse per quella piccola punta di nostalgia che qualche volta affiora.
«Qui sto bene, amo Malaga, sento di appartenere alla nostra casa – ha concluso Silvia –, ma mi capita di sentire l’assenza del nostro accento, di quelle parole che sono tipiche del nostro essere bergamaschi e che non possono essere sostituite. Ci sono attimi nei quali avrei bisogno del nostro modo di fare, del nostro modo speciale di vedere il mondo e le cose. Ma sono attimi».

Come nell’arte, anche nella vita – che Silvia e Giuseppe contano di proseguire lì continuando a dedicarsi con profitto alle attività attuali – è sempre questione di sfumature. Di quei piccoli impercettibili segni che fanno la differenza fra la totale serenità di un cielo terso e la malinconia di un velo di nuvole lanuginose. Quello che conta è che i piccoli segni durino la lunghezza di un attimo, che il vento soffi caldo e costante per spazzare le nubi, mantenere il cielo azzurro e far brillare il sole su Malaga e nella vita di Silvia e Giuseppe.

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