«Nelle Filippine insegno tedesco, inglese e italiano. E vivo nella natura»

Ilaria Oberti . A 30 anni da Seriate all’isola di Luzon. Specializzata in Lingue ha viaggiato in tutto il mondo: «Sulle navi da crociera ho vissuto anche la pandemia».

Un’esperienza Erasmus in Germania, durante gli anni di studio per la laurea triennale, ed è così che Ilaria Oberti, 30enne di Seriate, ha capito che avrebbe voluto viaggiare e scoprire nuovi posti. Così, ottenuta la laurea alla «Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli» di Milano, in Mediazione linguistica, ha iniziato a girare il mondo. Da gennaio 2023, per inseguire l’amore, si è trasferita in Asia, nelle Filippine.

«Durante il corso della laurea triennale – confessa –, ho avuto l’opportunità di partecipare al programma Erasmus, e per qualche mese mi sono trasferita a Germersheim, in Germania. Si tratta di una piccola cittadina universitaria tedesca, dove si trova l’ateneo di lingue straniere, interpretariato e traduzione dell’Università di Magonza. Ho avuto la possibilità di conoscere davvero molte persone, provenienti da tutta Europa: uno scambio di culture, abitudini, tradizioni. È stato così che ho capito di voler partire, non appena conclusi gli studi. Ho conseguito la laurea nell’ottobre 2014, e pochi mesi dopo, a gennaio 2015, sono partita alla volta dell’Olanda, per lavorare come “ragazza alla pari”. Lì sono rimasta fino ad agosto, quando poi sono volata negli Stati Uniti per lavorare nella pizzeria “Via Napoli” all’interno del parco di Epcot, uno dei parchi di Walt Disney World ad Orlando, in Florida».

«Questa esperienza è durata circa un anno e mezzo, ed è stata eccezionale – dice Ilaria Oberti –: ho conosciuto persone straordinarie, e ho avuto la possibilità di rendermi indipendente dalla mia famiglia e viaggiare. Alcune dei posti che ho visitato li porto ancora nel cuore, meraviglie assolute: tra questi certamente il Grand Canyon, le cascate del Niagara e Honolulu».

Una breve sosta a casa, e poi di nuovo in volo: direzione Berlino. «Conclusa l’esperienza oltreoceano – prosegue la 30enne –, sono tornata in Italia per un breve periodo, ma con l’obiettivo di partire di nuovo. La decisione è ricaduta sulla Germania, e mi sono trasferita a Berlino. Per me era molto importante non perdere la seconda lingua, il tedesco, che con tanto impegno e fatica avevo studiato durante gli anni universitari. Giunta lì, ho trovato un lavoretto e nel frattempo ho frequentato il corso per bartender alla “European Bartender School”. Dopo due mesi intensi di corso, nel quale ho acquisito molte nozioni, sia a livello pratico che teorico, ho iniziato a cercare lavoro come bartender. C’era però una “condicio sine qua non” per me, ossia continuare a viaggiare, così ho rivolto il mio interesse alle navi da crociera. Una soluzione perfetta per me. Sapendo parlare inglese, tedesco e italiano (come madrelingua), sono stata subito contattata dalla compagnia tedesca “Tui Cruises”. Dopo un faticoso iter di selezione e preparazione, sono stata scelta e mi sono imbarcata per il mio primo contratto di sei mesi a bordo della nave da crociera “Mein Schiff 3”».

«Ho visitato molti luoghi, soprattutto nel nord Europa, arrivando fino a Capo Nord – continua –. Abbiamo fatto anche l’attraversata dell’oceano Atlantico: dopo dieci lunghi giorni di navigazione, la nave ha poi attraccato a La Romana, in Repubblica Dominicana. Era un momento felice e sereno della mia vita: avevo raggiunto l’indipendenza, stavo proprio bene con me stessa, avevo imparato a volermi bene e ad accettarmi così com’ero. Oltre a viaggiare e a conoscere nuovi Paesi e persone, avevo conosciuto fino in fondo me stessa. E poi, quando meno me l’aspettavo, ho incontrato il mio attuale fidanzato, originario delle Filippine e anche lui impiegato sulle navi da crociera».

Il lavoro, fianco a fianco, nave dopo nave, per diversi anni. «Abbiamo lavorato insieme in nave – sottolinea – per ben quattro anni. Durante i periodi di vacanza (dopo sei o dieci mesi di contratto, si ha diritto a qualche mese di riposo), ognuno tornava a casa propria, io in Italia e lui nelle Filippine. Abbiamo girato il mondo insieme, lavorando e conoscendoci a vicenda. Fino a quando è arrivato il Covid, che ha messo in stand-by la vita di tutti noi. Eravamo a bordo della “Mein Schiff 6”, navigando tra Singapore, Malesia, Thailandia, Vietnam e Hong Kong, e le autorità portuali cominciavano a chiudere tutti i porti e non facevano attraccare, così la compagnia ha deciso di mandare a casa tutti i passeggeri e circa metà dell’equipaggio. Noi siamo rimasti sulla nave, vivendo giorno dopo giorno nell’incertezza sul futuro. Le notizie erano poche, e frammentate. Ad agosto 2020 finalmente il settore delle crociere, con calma, ha cominciato a rimettersi in moto, ma noi avevamo già superato la permanenza massima, e quindi, dopo circa undici mesi, siamo dovuti rientrare a casa. Ci siamo così divisi, e ci siamo rivisti quasi due anni dopo, ad aprile 2022».

«Le restrizioni per i viaggi sono state severe per molto tempo – ricorda –. Facevamo due videochiamate al giorno (per fortuna siamo nell’era di Internet), e nonostante la lontananza, la nostra relazione si è solidificata parecchio. Spesso ci chiedevamo se ne valesse la pena, aspettare così tanto tempo per un abbraccio, ma la risposta era sempre “sì, vedrai che a breve riapriranno i confini”».

Nel frattempo la giovane aveva trovato un lavoro in ufficio, ma sempre in attesa di potersi ricongiungere con la sua dolce metà. «Le Filippine sono stati uno degli ultimi Paesi ad aver riaperto i confini ai turisti, ed è successo tra febbraio e marzo 2022. Io stavo lavorando in ufficio, ma appena confermata la notizia, ho preso tre settimane di ferie e sono andata a trovarlo nelle Filippine. Finalmente: eravamo tornati a visitare spiagge, grotte e città insieme. Sono poi rientrata in Italia, e lo scorso gennaio ho preso un biglietto sola andata per le Filippine. Abbiamo deciso di vivere insieme, e la scelta è ricaduta sulla sua terra. Mi trovo ad Agoo, La Union, nell’isola di Luzon, la più grande, circa a cinque ore da Manila, la capitale. Il Paese è composto da settemila isole. Sono circondata da palme di cocco, piante di mango, avocado, banane, papaya e guava, e a soli cinque minuti dal mare. Al mattino presto, se si va in spiaggia, ci sono tantissimi pescherecci che stanno tornando con il pescato del giorno. Pesce più fresco di così non è facile da trovare! Fa molto caldo, il cibo è diverso, le persone sono tutte molto sorridenti e semplici. L’economia del Paese è ancora fortemente basata sull’agricoltura. Tutto ciò che è prodotto nell’isola è molto economico».

«Se penso a casa, sento la mancanza della mia famiglia. Per tutto il resto siamo in un mondo globalizzato, e sono riuscita a mangiare pizza e pasta pure qua, anche se, detto tra noi, è meglio assaggiare le ricette tipiche del posto fatte con ingredienti freschissimi e molto saporiti: la mia preferita è sicuramente la “tortang talong”, una frittata di melanzane». «Ho tanti sogni e progetti per il futuro, e mi auguro di realizzarli tutti – spiega –. Nel frattempo insegno italiano, inglese e tedesco online e sto imparando la lingua delle Filippine, il “tagalog”. Mi sto riconnettendo alla natura, vivo in infradito, pantaloncini e nella semplicità. Tutto ciò, con a fianco l’uomo con il quale ho deciso di intraprendere questa avventura».

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