«Volo a Francoforte per la Camera di commercio italiana per la Germania»

Dal borgo medievale di Gromo alla metropoli di Francoforte. Valentina Santus, 27 anni, nel gennaio 2019 ha fatto la valigia e vive nella città sede della Banca centrale europea. Le radici sono sempre rimaste ben salde al paesello, dove sino a pochi mesi fa ha ricoperto anche il ruolo di consigliere comunale, ma la voglia di partire e mettersi in gioco dal punto di vista professionale era irrefrenabile. Ora è impiegata come Junior project manager in Marketing e Export consulting per la Camera di Commercio italiana per la Germania.

«Dopo aver studiato per cinque anni in università la lingua tedesca – confessa la 27enne –, volevo mettere in pratica e sperimentare sul campo la sua conoscenza. Avevo già preso parte a esperienze all’estero per migliorare la lingua inglese, ma mai quella tedesca. Lingua che sotto certi aspetti è più complicata dell’inglese e richiede un’ottima preparazione per poterla praticare al meglio. Dopo la laurea magistrale in Management e Relazioni economiche internazionali, conseguita nel 2018, avevo il desiderio di provare un’esperienza unica. Tuttavia non volevo partecipare a programmi Erasmus di studio, ma bensì fare anche formazione professionale in un contesto lavorativo entusiasmante, altamente internazionale e con ottime possibilità di crescita. Per questo mi sono candidata per uno stage post laurea alla Camera di Commercio Italiana per la Germania a Francoforte. E così, dopo soli dieci giorni dalla laurea, ero seduta su una scrivania all’interno di un edificio nel cuore della capitale economica europea».

«Francoforte è una delle città europee più attive per lo scambio economico europeo – spiega Valentina Santus –; basti pensare che a Francoforte ha sede la Bce, molte aziende multinazionali e banche. Ci sono molte possibilità di lavoro e di conoscere gli andamenti economici futuri. Ero affascinata dalla possibilità di entrare in contatto con questa realtà dinamica e unica nel suo genere. In più non volevo proprio lasciarmi sfuggire la possibilità di partecipare alla formulazione di strategie per l’internazionalizzazione, in un’associazione completamente a contatto con numerose e diverse realtà imprenditoriali attive tra Italia e Germania».

I piani iniziali prevedevano di restare per tre mesi, e rientrare per cercare occupazione in Bergamasca, forte dell’esperienza svolta all’estero. Ma la giovane non hai più lasciato la terra tedesca, mantenendo sempre però i contatti in valle, dove ha da poco concluso l’esperienza da consigliere comunale. «Riuscire a essere un consigliere comunale a distanza – sottolinea – non è stato per niente facile. Anzitutto è importante essere sempre aggiornati e avere una buona comunicazione interna. Inoltre, ho potuto contare su un team in loco molto affidabile, proattivo e preparato a ogni evenienza. Devo dare molto merito al sindaco del mio ex gruppo, Sara Riva, che ha appoggiato ogni mia decisione e compreso la difficoltà di organizzarsi dall’estero. Le sarò sempre molto grata per avermi coinvolta nelle varie attività senza fare pressioni. Una bellissima esperienza, ma a malincuore ho deciso di non ricandidarmi avendo preso altre strade».

Francoforte, metropoli viva sotto tutti i punti di vista. Gli stranieri rappresentano circa il 25% della popolazione totale, e vanta la presenza di ben 180 nazionalità diverse. «È una città molto dinamica, attiva e multiculturale, è anche molto verde e attenta all’ambiente. Inoltre offre ottime possibilità di lavoro e grandi stimoli imprenditoriali. Tuttavia non è una città conosciuta per le bellezze architettoniche o storiche. Sotto il punto di vista culturale e di abitudini, ci sono certamente alcune differenze rispetto all’Italia. Fare conoscenza con persone tedesche, se non sono compagni di un corso universitario, non è affatto scontato; tendenzialmente sono infatti chiusi o timidi e se vuoi fare conoscenza preparati a fare la prima mossa. In cucina, ai tedeschi piace molto sperimentare, soprattutto con pietanze italiane. Riuscire a ricreare in casa o cucina lo spirito della “dolce vita” è un must per il tedesco, tant’è che di ristoranti italiani e di negozi specializzati per prodotti italiani, se ne trovano moltissimi. Sono inoltre davvero molto organizzati e precisi sul lavoro, così come in altri aspetti della vita quotidiana: non si perdono in complicazioni e vogliono un riscontro chiaro e preciso. Non è buon uso lavorare più del dovuto o fare straordinari, a meno che non siano necessari. Una cosa è certa: mai negare ai lavoratori il “Feierabend” (relax serale post lavoro). Io apprezzo molto la sincerità e concretezza delle persone sia negli ambienti lavorativi che nella vita quotidiana, oltre anche l’accoglienza che mi è sempre stata offerta e un ottimo team al lavoro con cui ho instaurato un bellissimo rapporto».

Emergenza Covid-19 che si è abbattuta anche in Germania ed in Assia, regione in cui si trova Francoforte, e che ha costretto la giovane a stare lontana dalla bergamasca per diverso tempo.

«Vivere la pandemia in Germania – conclude Valentina Santus -,da sola, non è stato per nulla semplice. Durante i lockdown in Italia, che non sempre coincidevano con i periodi di chiusura in Germania, non era sempre possibile prendere un aereo o un treno poter scendere a Bergamo a trovare la mia famiglia, e questo è stato davvero frustrante e alienante. Ho passato anche un lungo periodo di quarantena e di incertezza: una mia coinquilina infatti si è ammalata di Covid, e anche io non potevo uscire. Cercare di rendere le giornate una diversa dall’altra e trovare nuovi stimoli non è stato semplice. Oltretutto, nemmeno il sistema sanitario tedesco era pronto per far fronte a questa emergenza: era molto difficile fare tamponi e avere informazioni chiare e precise su come svolgere la quarantena. Fortunatamente in Assia, non abbiamo mai vissuto il lockdown “chiuso” come in Italia: era sempre consentito uscire a fare passeggiate e andare a visitare i propri cari. Ad oggi si cerca di tornare alla normalità, rispettando le regole».

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