«I bus? Tempi lunghi e di sera mancano. Le auto a passo d’uomo»

MOBILITÀ. L’auto resta il mezzo preferito dal 70% dei lavoratori bergamaschi. È il dato emerso dal sondaggio sulla mobilità condotto da Atb e L’Eco di Bergamo. Il restante 30% si divide tra autobus, treni, biciclette, monopattini, movimento a piedi. Il ricorso all’auto è costante rispetto alle abitudini di prima della pandemia, mentre l’unico dato positivo per l’ambiente è l’aumento dell’uso delle biciclette: su del 35% rispetto al 2019, mentre cala quello degli autobus (-20%) e dei treni (-2%). Insomma, sembra che le modalità di spostamento più ecologiche siano in concorrenza tra loro: nessuna riesce a intaccare il dominio dell’auto privata.

L’auto resta il mezzo preferito dal 70% dei lavoratori bergamaschi. È il dato emerso dal sondaggio sulla mobilità condotto da Atb e L’Eco di Bergamo. Il restante 30% si divide tra autobus, treni, biciclette, monopattini, movimento a piedi. Il ricorso all’auto è costante rispetto alle abitudini di prima della pandemia, mentre l’unico dato positivo per l’ambiente è l’aumento dell’uso delle biciclette: su del 35% rispetto al 2019, mentre cala quello degli autobus (-20%) e dei treni (-2%). Insomma, sembra che le modalità di spostamento più ecologiche siano in concorrenza tra loro: nessuna riesce a intaccare il dominio dell’auto privata.

Il mezzo privato resta il preferito dal 70% dei lavoratori che hanno risposto alla nostra indagine

Tutti i dati si possono leggere su eco.bergamo, la rivista di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 4 febbraio gratis con L’Eco (resta poi disponibile in edizione digitale su questo sito). Focalizzandosi sui bergamaschi che devono recarsi sul posto di lavoro, i motivi che spingono verso l’auto sono diversi e sono spiegati dalle risposte e dai commenti lasciati al sondaggio. Ci si muove molto spesso tra paesi diversi: l’80% dei lavoratori deve spostarsi da un Comune all’altro, un dato elevatissimo. La percentuale scende al 50% restringendo l’analisi a Bergamo.

Le osservazioni degli utenti

I tempi troppo lunghi impiegati dalle tratte provincia-Bergamo, Bergamo-Bergamo e Bergamo-provincia sono tra la osservazioni più ricorrenti: quasi quattro utenti su cinque del trasporto pubblico si dicono poco soddisfatti di questo aspetto. «Le fermate in molti paesi sono troppo vicine, rallentando le corse. A volte ci vogliono tra i 45 e i 60 minuti per meno di dieci chilometri: così si incentivano le auto», spiega un intervistato. «Senza una copertura adeguata di bus, i tempi sono troppo lunghi», aggiunge un altro.

«Nel trasporto pubblico troppe fermate e corse lente. Fino a 60 minuti per meno di dieci chilometri»

Il nodo principale resta la disponibilità dei mezzi pubblici nelle fasce orarie serali: quasi l’85% degli intervistati, nel campione dei lavoratori, è insoddisfatto dei servizi disponibili. Diversi commenti sono arrivati, in particolare, per quanto riguarda il percorso tra l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e il centro di Bergamo dopo le 21: «Predisporre almeno un collegamento con la stazione per chi deve tornare a casa sarebbe importantissimo», afferma una risposta alla nostra indagine. Ma il problema sembra riguardare tutta la città e, in percentuali persino peggiori, la provincia: «Ci vogliono più corse serali da e per Bergamo città», dicono alcuni intervistati.

Insoddisfazione per il servizio dopo le 21: «In città serve più collegamento tra Ospedale e stazione»

Anche i trasporti privati, sotto questo punto di vista, soffrono di diversi problemi: «Rincasare la sera è diventato impossibile a causa del traffico: le auto vanno a passo d’uomo lungo tutte le arterie principali, così gli spostamenti si allungano», afferma una risposta al sondaggio. Il 68% di chi ha risposto all’indagine afferma che il numero e la frequenza degli spostamenti per lavoro non sono cambiati tra il 2019 e il 2023. Il restante 32% si divide equamente tra chi afferma di muoversi meno di prima (poco più del 15%) e chi dice di spostarsi più spesso (poco meno del 17%).

Lo smartworking prevale nettamente tra i fattori che riducono il numero di spostamenti lavorativi

Tra i fattori che riducono il numero di spostamenti lavorativi, lo smartworking prevale nettamente: il 56% di chi si muove meno afferma di trarre vantaggio dai giorni di lavoro da remoto per passare più tempo a casa. Un altro 36%, però, spiega di passare più tempo a casa (sfruttando le opportunità offerte dal telelavoro o cambiando posto di lavoro) proprio per via del traffico eccessivo e dei tempi di spostamento prolungati. Laddove c’è una possibilità di scelta, insomma, si preferisce non spostarsi.

Tutti i dati su eco.bergamo, la rivista di ambiente, ecologia, green economy in edicola domani gratis con L’Eco

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