«Anticipa» i guasti e ottimizza. L’intelligenza artificiale al servizio anche delle Pmi

Al via la presentazione del progetto Google «Ia per il Made in Italy», realizzato in collaborazione con Anima Confindustria e partito da Bergamo con una serie di dimostrazioni in Fiera a Bergamo.

«Vogliamo mettere l’Intelligenza artificiale al servizio delle piccole e medie imprese, invertendo le tendenze attuali nell’industria italiana. I dati dicono che solo l’1,5% delle aziende con meno di 50 dipendenti ha sperimentato l’intelligenza artificiale. La percentuale sale quasi di 10 volte per le compagnie con più di 50 addetti». Così Vincenzo Riili, senior marketing director Google, introduce il progetto «Ia per il Made in Italy», realizzato in collaborazione con Anima Confindustria e partito da Bergamo con una serie di dimostrazioni in Fiera.

Al centro del programma  c’è l’utilizzo delle nuove tecnologie nelle Pmi: non è un caso che il colosso americano abbia già mostrato cinque esempi pratici di utilizzo dell’Intelligenza artificiale nella metalmeccanica, insieme a due casi di studio. Dall’ottimizzazione degli ordini alla gestione di magazzini e inventari, dal controllo qualità alla manutenzione predittiva, l’Ia si inserirà in ogni parte dei processi produttivi semplificando il lavoro degli operatori umani e sostituendo i software tradizionali con alternative più intelligenti, capaci di elaborare maggiori quantità di dati in tempi più brevi. Un chiaro esempio è quello del controllo qualità: l’Intelligenza artificiale non è solo più affidabile degli addetti in carne e ossa, ma supera anche gli algoritmi più recenti grazie alla sua capacità di distinguere gli errori di produzione dai falsi positivi, riducendo drasticamente il tasso di scarto delle aziende.

Queste innovazioni possono essere applicate in moltissimi settori, a partire da quello metalmeccanico. Per questo si punta sulle consulenze personalizzate e sui corsi di formazione per imprenditori e tecnici. Tra i casi di successo presentati, quello delle bergamasca Automha: «Le nostre macchine hanno il compito di stoccare automaticamente le merci, sono sempre state gestite da algoritmi e software con l’obiettivo di replicare l’intelligenza umana», spiega la general counsel Roberta Togni. Che aggiunge: «L’Ia ha portato la nostra offerta a uno stadio successivo. Il nostro settore ha l’Intelligenza artificiale nel sangue: usiamo i “digital twin” per testare da remoto magazzini automatici in ogni parte del mondo. Così realizziamo impianti più intelligenti e più facilmente automatizzabili».

Concorda Massimo Occhipinti, digital manager di Epta Group. «Nel nostro settore, quello della refrigerazione commerciale, la raccolta di dati e l’uso di applicativi basati sul “deep learning” è vitale. Con l’Intelligenza artificiale anticipiamo i guasti ai macchinari, in un’ottica di prevenzione che aumenta la soddisfazione dei clienti evitando anomalie nelle temperature. In più, gli algoritmi ci permettono di abbattere i consumi ambientali».

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