Cassa ordinaria e solidarietà. Autunno in frenata per il tessile

LO SCENARIO . Il ricorso agli ammortizzatori sociali è comunque contenuto. I sindacati: «Per i lavoratori significa non poter contare sul reddito pieno».

Caldo no, ma quantomeno tiepido: è così che si prospetta l’autunno per il settore tessile bergamasco, con alcune grandi e medie imprese che, per arginare le difficoltà del momento, hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Perlopiù alla cassa ordinaria, che, per definizione, è utilizzata in caso di «situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti».

Le aziende in difficoltà

Semmai il punto è che «il mercato è talmente volubile che diventa poco attendibile fare previsioni», come spiega la Carvico, una delle realtà che sta usufruendo della Cigo. E che constata come «il 2023 sia un anno di transizione in cui si naviga a vista». L’azienda che produce tessuti indemagliabili elasticizzati non firmava un accordo sindacale sulla cassa integrazione dal 2011. Da lunedì - e fino al 2 dicembre - i 323 dipendenti sono coinvolti da una Cigo che, in linea di massima, comporta la sospensione dal lavoro un giorno alla settimana.

Altra zona, altra azienda: alla Sitip (produzione di tessuti indemagliabili sintetici ed elasticizzati) di Cene dall’ 1 marzo è in corso un contratto di solidarietà che terminerà il 30 novembre. Prevede una riduzione dell’orario di lavoro media massima del 25% e interessa 346 addetti: 62 nel quartier generale di via Vall’Alta e 284 nella sede di via Caduti. La solidarietà è applicata anche alla Tessival, che ha lasciato la Val Seriana ormai da tempo, proseguendo l’attività commerciale e di magazzino ad Azzano San Paolo. Coinvolge una cinquantina di persone e ha preso il via a inizio anno (si concluderà i primi giorni del 2024).

Il quadro generale si può riassumere in questi termini: «Dopo un 2022 in cui le aziende hanno registrato buone performance, quest’anno il comparto tessile ha sofferto una contrazione degli ordini che ha indotto le aziende a chiedere l’utilizzo degli ammortizzatori sociali», come spiega Sergio Licini della Femca-Cisl di Bergamo. L’augurio è che «le aziende facciano di tutto per acquisire commesse in modo da garantire il reddito pieno ai propri dipendenti in un periodo di inflazione e di aumento dei costi come quello che stiamo attraversando».

C’è qualche realtà che sta valutando il ricorso alla cassa integrazione e qualcun altra che, dopo averla utilizzata in modo tutto sommato contenuto, procede con il normale ritmo di lavoro, almeno per le prossime quattro settimane.

Dal canto suo, Ezio Acquaroli, segretario generale della Filctem-Cgil, rileva come «la situazione di difficoltà non risparmi altri settori come la gomma plastica e le aziende chimiche: l’evidente rallentamento del mercato tedesco, in particolar modo nell’automotive, produce un conseguente effetto negativo nelle aree legate a questa importante sfera produttiva». E, nella nostra provincia, gomma plastica fa rima con Sebino, «zona particolarmente interessate dal problema».Per fare un esempio alla Datwyler di Viadanica lunedì prenderà il via una cassa ordinaria di 13 settimane (fino al 9 dicembre) per i circa 130 dipendenti.

C’è da dire che sia per quanto riguarda la cassa ordinaria, sia per quanto riguarda la solidarietà «il numero di ore di utilizzo è ancora circoscritto rispetto a quelle di lavoro», rileva Acquaroli. Per questo «la situazione è ovviamente da monitorare, ma ci impone, ragionevolmente, di non essere eccessivamente pessimisti e preoccupati».

Sul fronte gomma plastica, una realtà dove sta per terminare la Cigo è la Nolangroup di Brembate Sopra, nota per la produzione di caschi da motociclista. Il 30 settembre si chiuderà la cassa ordinaria che ha interessato i 354 addetti.

«La situazione nel tessile è a macchia di leopardo - precisa Gianfranco Salvi della Uiltec-Uil - . C’è chi ha prodotto tanto nei mesi passati riempiendo i propri magazzini e quelli dei clienti e ora è in leggera flessione. Strumenti come lo smaltimento ferie e la banca ore hanno dei limiti, per cui adesso stiamo assistendo a questo ricorso agli ammortizzatori sociali. Si sperava in un’inversione di tendenza nella seconda metà dell’anno che invece non c’è stata».

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