Chorus Life, posata la facciata dell’Arena: migliaia di tesserine «oscillanti» - Il video

IL CANTIERE. Migliaia di tesserine di alluminio in grado di oscillare grazie a un sistema di ancoraggio ideato e brevettato dall’architetto Joseph Di Pasquale con il Politecnico di Milano.

Avanzano i lavori di completamento del nuovo quartiere Chorus Life a Bergamo: è stata posata la «facciata dinamica» dell’Arena, una «pelle viva che vibra e si muove», come è stata definita dall’ideatore e progettista Joseph di Pasquale, composta da migliaia di tesserine di alluminio in grado di oscillare grazie a uno speciale sistema di ancoraggio brevettato testato nella galleria del vento del Politecnico di Milano.

L’Arena multifunzionale, i negozi, i servizi, la SPA, il centro medico sportivo, la palestra panoramica sono le funzioni principali di Chorus Life a cui si aggiungono 100 alloggi che promuovono una nuova idea di casa, una proposta di servizi abitativi in abbonamento che comprendono anche energia, manutenzione, contenuti di intrattenimento e alimentari, e l’accesso a tutti i servizi presenti nel complesso. La fine dei lavori è prevista per i primi mesi del 2024.

Ma è l’Arena il vero «personaggio vivo» dell’intero complesso con la sua «facciata dinamica». L’architetto Di Pasquale la definisce così: «La facciata dell’arena è una membrana viva, che vibra, e che riproduce il leggero oscillare delle foglie di un bosco mosse dalla brezza».

Questo è reso possibile da migliaia di tesserine di alluminio in grado di oscillare grazie ad un sistema di fissaggio brevettato, ideato e disegnato dall’architetto Di Pasquale. La particolare forma dei perni di fissaggio e delle asole di ancoraggio è stato il frutto di un lungo lavoro di prototipazione iniziato molti anni fa e portato avanti nello studio dell’architetto anche grazie alla stampa 3D. Il sistema elaborato consente alle tessere un’escursione oscillante «controllata», silenziosa e in grado di attivarsi anche con leggerissimi spostamenti d’aria. La particolare finitura riflettente delle tesserine e la loro micro-foratura sono in grado di smorzare i raggi Uva, nonché di contribuire positivamente al bilancio energetico riducendo l’irraggiamento solare.

La facciata combina tecnologia, architettura e arte riprendendo il filone della scultura dinamica originata da un altro grande architetto-artista del Novecento: Bruno Munari che ha ispirato generazioni di architetti ma soprattutto di artisti in tutto il mondo nella volontà di inserire il «movimento» nelle loro opere.

La facciata è stata testata nella galleria del vento del Politecnico di Milano e ha superato tutti i test di sollecitazione e di sforzo. Anche lo spazio interno è dinamico e consente all’arena di trasformarsi per accogliere diverse tipologie di eventi e di spettacoli grazie ad un sistema di tribune telescopiche a totale scomparsa che consentono di passare da un massimo di 6.500 posti a sedere, ad un minimo di 1.000, fino a liberare completamente tutti i 3.000 mq di parterre di forma perfettamente rettangolare, completamente reversibili e utilizzabili a livello strada, con possibilità di ingresso e uscita diretta dei tir.

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