Economia / Bergamo Città
Giovedì 09 Febbraio 2023
Costruzioni, per serramenti e impianti: la corsa dei rincari in un anno raddoppia
Il report. Bollettino opere edili: aumenti medi del 14% nel residenziale contro il 7% del 2021. Pesa il boom dei prezzi di ferro, cemento e petrolio. Costo della manodopera: crescita bassa.
Il Bollettino provinciale dei prezzi delle opere edili, oltre a contenere più di 6.400 voci tra costi dei materiali e della manodopera, funge da termometro dell’andamento del mercato delle costruzioni in ambito residenziale. E la febbre dei prezzi c’è tutta, se si considera che in un anno - da settembre 2021 a settembre 2022 - si è registrato un aumento medio del 14%. Praticamente un raddoppio rispetto al 7,3% a cui si era assistito nel 2021. E non si pensi che l’impennata riguardi solo la nostra provincia, perché, come spiega Claudio Merati, presidente della commissione prezzi che fa capo alla Camera di commercio di Bergamo, «c’è un allineamento sostanziale con i dati Istat a livello nazionale».
Le variazioni per capitoli
Ma vediamo qualche variazione. La più alta riguarda le opere da serramentista, che in 12 mesi sono schizzate di un più 26%, seguite dalle opere di urbanizzazione e sistemazione esterna (più 24%). Dalla parte opposta, a far registrare gli aumenti più contenuti sono gli ascensori (più 2%) e, subito dopo, le opere di impermeabilizzazione (più 4%). Mentre le percentuali tornano ad alzare la testa quando si parla di opere da fabbro o da vetraio: in entrambi i casi l’aumento sfiora il 18%. Anche la cura del verde è diventata più cara, se si considera che le opere da giardinaggio segnano un più 14,6%. E ancora: gli impianti elettrici costano il 10% in più, pavimenti e rivestimenti il 9,6% in più, la tinteggiatura il 9% in più, le opere da lattoniere l’8,5% in più e gli impianti idrico sanitari l’8,3% in più. Senza dimenticare i noleggi, cresciuti di 11 punti percentuali.
In generale, si tratta di una crescita considerevole, che non ha eguali negli ultimi 10 anni. Fatta eccezione per il 2021 e il 2022, infatti, dal 2012 erano nell’ordine dello zero virgola qualcosa. Come afferma Merati, «nel 2020 il costo di un palazzina di due piani, un progetto con tante voci, era aumentato dello 0,8%, ciò significa che era quasi stabile». A che cosa sono dovuti tutti questi aumenti è presto detto. Da una parte «a fattori macroeconomici, che riguardano l’esplosione dei prezzi di ferro, cemento e petrolio», quest’ultimo particolarmente rilevante per tutte le materie plastiche e per gli isolanti. Dall’altra parte, anche per effetto dei vari bonus in edilizia, «c’è tanto lavoro e non c’è quindi l’esigenza da parte dei fornitori di praticare prezzi più convenienti ai propri clienti».
Sul fronte della manodopera, invece, non si riscontra una crescita a doppia cifra, anzi: chi è specializzato in opere in pietra ha una busta paga più pesante del 5%, i giardinieri del 2,8% e i vetrai dello 0,1%.
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