Frena il mercato della bicicletta: effetto fine bonus

IL BILANCIO. Nel 2023 un calo delle vendite del 23%. A soffrire di meno i prodotti di media e alta gamma. Vriends (Vittoria): segni di ripresa che si consolidano.

Il mercato della bicicletta ha smesso di pedalare. Confindustria Ancma (Associazione Ciclo Motociclo Accessori) ha diffuso i dati relativi alle vendite registrate lo scorso anno: i numeri segnano una forte contrazione. Nel 2023 sono state vendute in Italia 1.363.000 biciclette (1.090.000 muscolari e 273 mila elettriche), il 23% in meno rispetto a quelle del 2022 (in tutto 1.772.000). Un netto calo avvertito distintamente anche all’interno dei negozi bergamaschi. Secondo l’Ancma «si compiono così, definitivamente, tutti gli effetti e i risvolti dell’onda lunga degli incentivi statali, dei problemi globali di approvvigionamento degli scorsi anni e dell’attuale eccesso di offerta».

Scorporando i dati per segmento, la bicicletta muscolare ha fatto registrare un calo del 24% rispetto all’anno precedente (nel 2022 ne erano state vendute 1.435.000) mentre le e-bike arrestano la loro progressione a 273.000 unità, il 19% in meno delle 337 mila vendute nel 2022. Tuttavia le biciclette elettriche, che rappresentano il 25% delle vendite complessive, affrontano meglio la discesa: continuano ad essere acquistate più che nel 2019 (quando dai negozi ne erano uscite 195.000), al contrario delle muscolari che rispetto a quattro anni prima hanno registrato un calo vicino al 30% (ne erano state vendute 1.518.000). Sul fronte del volume d’affari totale, nel 2023 il fatturato si è attestato a 2,6 miliardi, il 18% in meno rispetto ai 3,2 miliardi del 2022, ma con un solido +24% nel confronto con il 2019.

Oggi però bisogna guardare al futuro ed è quello che stanno facendo gli operatori bergamaschi senza lasciarsi andare allo sconforto, pur confermando la decisa contrazione registrata da Ancma. «Tra il 2020 e il 2021 -  esordisce Anna Maria Mora, fondatrice e titolare del negozio di Dalmine che quest’anno festeggia 40 anni di attività - i magazzini erano vuoti: per consegnare una bici dovevamo aspettare anche un anno. Adesso è il contrario: i magazzini sono pieni e i listini dei produttori si adeguano, indicando prezzi più bassi del 20 o del 30%, col rischio di mandare in crisi i rivenditori. Ma io sono certa che la bicicletta sarà sempre di più il mezzo del futuro: semplice, ecologica, veloce. Poiché credo in questo tipo di bicicletta, penso che la battuta d’arresto del 2023 riveli che negli ultimi anni l’abbiamo invece eccessivamente appesantita, sia fisicamente, vedi ad esempio i componenti e i telai delle biciclette elettriche, sia idealmente, caricandola di modelli di consumo, stili, costumi e costi che alla lunga si rivelano orpelli inutili».

Vengono in mente le biciclette gravel, l’ibrido fra mountain bike e bici da corsa, adatte perlopiù a strade bianche: «Le hanno inventate gli americani imponendole anche nel nostro paese, ma vorrei ricordare che siamo noi italiani ad aver fatto la storia della bicicletta: le strade bianche, perfette per le gravel, da noi non esistono e così succede, e conosco personalmente molti casi, che diverse persone ne hanno acquistata una, l’hanno usata tre volte e poi l’hanno rivenduta. Ecco perché dico: torniamo all’essenziale, a considerare la bicicletta un mezzo di trasporto immediato e uno strumento per l’attività sportiva essenziale e divertente».

Convinto che il mercato abbia affrontato un contraccolpo facilmente prevedibile è anche Stijn Vriends, Ceo di Vittoria, l’azienda di Brembate leader mondiale nella produzione di pneumatici: «Aziende internazionali come la nostra – spiega – per decidere i propri investimenti guardano al medio lungo periodo e da questa prospettiva il mercato della bici sta crescendo e siamo certi che questo trend si consoliderà. Il calo registrato da Ancma per l’Italia lo abbiamo riscontrato in tutti i mercati in cui siamo presenti perché il 2023 è stato il primo anno normale dopo il Covid, tanto che l’unico paese in cui le vendite sono cresciute è la Cina, dove gli effetti della pandemia si fanno ancora sentire. Nelle altre nazioni, era fisiologico che arrivasse una battuta d’arresto, ma siamo fiduciosi e per questo investiamo continuamente in nuovi processi e nuovi prodotti».

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