Il ritorno di fiamma del turismo d’affari: «Lavoro più in rete» - I dati

IL SEGMENTO. Storicamente forte, poi la crisi con il Covid. Ora la ripartenza con il recupero del 5% rispetto al 2022. Fusini (Ascom): «Attori della filiera, collaborate tra voi».

Il pre-pandemia non è stato ancora recuperato, ma i numeri lasciano ben sperare per il futuro: il turismo d’affari torna a crescere e a ritagliarsi un ruolo di primo piano a Bergamo, nel suo hinterland e in provincia: quello che una volta era il punto di forza del settore riprende vigoria dopo anni di crisi e lo fa con caratteristiche nuove, con l’ambizione di lavorare più «in rete» per dare alla clientela sempre maggiori servizi.

Storicamente asse portate dell’ospitalità orobica, l’accoglienza destinata al settore business non si declina solo in pernottamenti riservati a funzionari, buyer, agenti e lavoratori autonomi abituati a viaggiare per lavoro, ma anche in meeting e convegni organizzati nelle sale attrezzate degli hotel e in appositi centri congressuali. A dare nell’ultimo triennio una sferzata al comparto, oltre al forte traino dell’aeroporto di Orio, è lo stesso tessuto industriale del territorio, con le aziende che, dopo anni di riunioni virtuali, hanno ricominciato a spostarsi in Italia e all’estero, per promuovere i loro prodotti e servizi e siglare accordi. Una ripartenza progressiva che, iniziata nelle scorse stagioni, è culminata nell’anno in corso.

Sondaggio Ascom

A evidenziarlo un recente sondaggio del gruppo albergatori Ascom Bergamo. Per gli hotel in città questa tipologia di turismo vale dal 35% al 45% delle presenze, con punte del 50% in alcune delle strutture più grandi. Nonostante un recupero del 5% rispetto al 2022, ancora molta è la strada da percorrere, per tornare ai valori del 2019, distanti circa 10 punti percentuali. Analogo il gap da rimontare nell’hinterland, in crescita comunque del 3% rispetto allo scorso anno, ospitando una media del 25/35% di clienti business. Nel resto della provincia, invece, i flussi si contraggono tra il 15% e il 25%, con punte più alte solo nei centri di maggior importanza.

Prossimi mesi decisivi

Per avere una visione complessiva realistica bisognerà però attendere il prossimo quadrimestre. Ne è convinto Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo: «L’onda positiva del turismo ha toccato anche il segmento business, che, tra i più penalizzati durante la pandemia, non ha ancora ripreso i livelli pre-Covid. Solo nei prossimi mesi capiremo se il dato riscontrato ad oggi è legato unicamente ad un “recupero” non organizzato degli ultimi anni, o è frutto di una ripresa strutturale e quindi più solida». Perché la filiera non subisca rallentamenti ma accelerazioni, la ricetta, come puntualizza Fusini, consiste nel «lavorare sempre più in rete con i diversi attori del territorio, fiera, centri congressi e mondo imprenditoriale in primis». Intanto il riconoscimento di Capitale della Cultura insieme a Brescia sta favorendo la scelta del territorio orobico come sede di eventi legati allo sviluppo commerciale e strategico delle aziende. «Solo con la nostra confederazione abbiamo ospitato negli ultimi mesi l’assemblea nazionale di Federalberghi, il consiglio di Federcartolai e nei prossimi mesi un importante meeting di Assorologi e l’evento annuale di Impresa Cultura Italia».

A puntare sul capoluogo orobico come meta per iniziative business sono anche gli operatori stranieri (tedeschi, francesi e spagnoli in particolare, oltre a svizzeri e inglesi), la cui presenza varia tra il 30 e il 40% in città, dove a darsi appuntamento sono anche americani e argentini, in ascesa. Più risicate sono invece le percentuali rilevate in provincia, dove gli ospiti esteri si attestano tra il 10/15%.

Le prospettive

Le prospettive per il futuro sono di cauto ottimismo. «Il turismo d’affari – ricorda Alessandro Capozzi, presidente Gruppo Albergatori Ascom Confcommercio Bergamo - è il segmento che ha sempre caratterizzato la nostra provincia, legato a doppio filo alle importanti imprese del nostro territorio. Abbiamo visto per primi i mutamenti del mercato, le sue crisi e riprese degli ultimi 15 anni, osservando l’andamento di questo tipo di prenotazioni. Nonostante una flessione, la divisione business è importante e di riferimento, perché annovera clienti che non solo tornano spesso durante l’arco dell’anno, dando stabilità all’occupazione delle camere, ma, prenotando anche direttamente, garantiscono maggiore redditività alle aziende dell’ospitalità».

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