«Incognita fornitura di gas nel 2023 e per Alexia bolletta di 20 milioni»

L’allarme di Agnelli. Non solo le bollette di energia e gas delle aziende sono lievitate, per usare un eufemismo, ma ora il rischio è che qualche realtà non possa nemmeno contare su un contratto di fornitura per l’anno prossimo.

La testimonianza arriva da Paolo Agnelli, presidente nazionale di Confimi Industria, e riguarda una delle aziende di famiglia, la bresciana Aluminium green. Si tratta di una fonderia che produce billette di alluminio perlopiù dal recupero dei rottami, risparmiando tra l’altro il 95% di emissioni di anidride carbonica, e che fornisce alluminio a tutte le società del gruppo. Trattandosi di una fonderia che «consuma 4,5 milioni di metri cubi di gas all’anno - come spiega Agnelli - è energivora, contrariamente ad altre aziende del gruppo che consumano tra 2 e 1,5 milioni di metri cubi o anche meno».

Il contratto con il fornitore di gas «scade a fine anno e non sappiamo ancora se entro il 10 gennaio saremo riusciti a stipularne uno nuovo, perché il fornitore non è a sua volta sicuro delle condizioni di approvvigionamento», precisa Agnelli. Che sottolinea come le realtà energivore abbiano difficoltà a rinnovare i contratti. Ed «è una situazione che ci spaventa molto».

Come presidente di Confimi «è dal 2014 che continuo a ripetere che in Italia le Pmi (Piccole e medie imprese, ndr) pagano l’87% in più rispetto alla media europea (prima che i prezzi esplodessero ulteriormente, ndr), denunciando già allora il fatto che non è possibile rimanere competitivi con tariffe simili».

Atteso importo monstre

Se poi spostiamo l’attenzione sull’importo da versare che contengono le bollette, per la Trafilerie Alluminio Alexia di Gordona, in provincia di Sondrio, Agnelli si aspetta che «dai 2 milioni di euro che pagavamo nel 2018, l’anno prossimo ci sarà un aumento di 10 volte tanto e che quindi arriveremo a una cifra vicina ai 20 milioni». Questo per una sola azienda, in cui, tra l’altro, da gennaio, partirà una nuova linea che dovrebbe produrre il 50% in più delle tonnellate di alluminio che produce attualmente.

La Trafilerie Alexia «produce fino a 100 tonnellate al giorno di trafilati in alluminio, lavorando a ciclo continuo», ovvero 24 ore su 24. L’ipotesi peggiore contempla il fatto che «se il governo dovesse imporre un risparmio forzato di gas, potremmo ipotizzare la fermata di un mese in un anno, ma è prematuro dirlo: attendiamo prima di ricevere il gas e di verificare le eventuali condizioni che detterà lo Stato», puntualizza Agnelli.

La Baldassare Agnelli di Lallio, invece, forse la più conosciuta al grande pubblico, perché produce pentole, padelle e altri accessori da cucina, «non ha grandi problemi di consumi energetici, allo stesso modo della Agnelli Metalli sempre di Lallio». Mentre qualche problema potrebbe toccare la Alucolor di Verdellino, perché «l’ossidazione anodica di alluminio consuma energia elettrica, per cui andremo a vedere cosa succederà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA