Kiko, la tentazione dei Percassi di cedere la maggioranza

LE TRATTATIVE. Le indiscrezioni circolano da settimane, ma ora si fanno più insistenti, nonostante il «no comment» dell’ufficio stampa della proprietà.

Antonio Percassi starebbe seriamente pensando di cedere la maggioranza di Kiko, una delle «creature» di maggior successo della famiglia, fondata nel 1997, affermatasi nel tempo a livello globale. Sarebbe un grande fondo internazionale a tentare l’imprenditore di Clusone, alla luce di un 2022 da record per la società, che sotto la guida dell’a.d. Simone Dominici, ha realizzato ricavi per 671 milioni, in crescita del 42% rispetto al 2021 (con un vero e proprio boom in America, continente che in passato aveva segnato alterne fortune per il brand e che invece ora registra +55% rispetto al 2021).

In verità la storia di questa multinazionale made in Bg, nata da un’intuizione di Stefano Percassi, figlio di Antonio, che ha contribuito a cambiare il modo di approcciarsi alla cosmetica di generazioni di ragazze sparse per il mondo (26 anni fa il primo corner di 8 metri quadrati in piazza San Babila), aveva già visto partner di peso al suo interno, come il fondo Peninsula che nel 2018 aveva rilevato il 38% del capitale. Poi il ripensamento dei Percassi giusto un anno fa, e il ritorno al 100% delle quote, ricomprate dai qatarioti. Ora in ballo ci sarebbe addirittura la maggioranza di Kiko, che nel 2023 ha continuato a mettere bandierine in mezzo mondo, arrivando a circa 1.100 negozi in 75 Paesi. Le trattative paiono in stato avanzato, con il partner di sempre, Intesa Sanpaolo, al lavoro sul dossier, che potrebbe già in ottobre portare a un cambio della guardia. Anche se è difficile immaginare che la famiglia Percassi, mantenendo una solida quota di minoranza, esca completamente dalla gestione, dopo aver «ridato smalto» gioco di parole fin troppo facile, al suo brand sui mercati.

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