Latte di capra di qualità, nella Bassa Bergamasca nasce il progetto di filiera

Agricoltura. L’iniziativa nasce del Distretto agricolo Dabb. Coinvolge venti aziende e 5mila capi. L’obiettivo: fornire il prodotto di eccellenza a chilometro zero ai trasformatori.

Un progetto di filiera sul latte di capra per valorizzare il prodotto e portare valore aggiunto sul territorio. Il Dabb (Distretto Agricolo Bassa Bergamasca), ha promosso il primo tavolo tecnico con l’obiettivo di fare sistema e crescere tutti insieme in modo da rispondere alle esigenze delle aziende di trasformazione che producono prodotti caprini. Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero di capre allevate all’interno dei confini del Dabb, che hanno raggiunto le 5mila unità, con una proiezione che indica un aumento di capi anche per il futuro.

Durante il primo incontro progettuale, organizzato nella sala conferenze della Fiera di Treviglio e presieduto dal presidente del Distretto, Bortolo Ghislotti, c’è stato un lungo confronto tra allevatori, conferitori e trasformatori che nella filiera contano una ventina di aziende. Tutti gli operatori hanno esposto le loro priorità, confermando nel contempo l’esigenza di fare sistema per poter promuovere al meglio il latte di capra prodotto sul territorio. Alla riunione erano presenti anche nuovi imprenditori che hanno deciso di iniziare l’attività di allevamento caprino, tenuto conto della forte domanda di prodotto che arriva dalle aziende trasformatrici. Oggi infatti il latte prodotto nella Bergamasca non basta per far fronte alla produzione lattiero casearia, capace di conquistare il mercato italiano ed estero con prodotti unici che puntano sulla qualità.

Gli allevamenti orobici, che già oggi prestano particolare attenzione al benessere animale evitando il più possibile la somministrazione di antibiotici agli animali, utilizzando mangime locale o comunque proveniente dall’Italia, sono destinati ad implementare gli spazi per poter accogliere un maggior numero di capre. «Una filiera dedicata al latte di capra ci consentirebbe di valorizzare il prodotto – commenta Bortolo Ghislotti, presidente del Distretto Agricolo Bassa Bergamasca -. La valenza del progetto è duplice: da un lato riusciremmo a fornire latte di qualità a chilometro zero alle aziende trasformatrici, che oggi sono costrette anche ad importare parte del prodotto necessario a garantire la produzione in maniera continuativa; dall’altro potremmo valorizzare maggiormente i nostri allevatori grazie a contratti premianti in base alla qualità del prodotto fornito».

Al tavolo sul latte di capra è intervenuto anche il rieletto consigliere regionale Giovanni Malanchini, che ha sottolineato come «Regione Lombardia è al fianco degli imprenditori affinché si riesca a sviluppare anche questa filiera sul territorio. Nei prossimi anni aiuteremo il più possibile le aziende tramite bandi e finanziamenti, in modo che possano investire in strutture, tecnologia e know-how».

Per identificare il latte di capra della Bassa Bergamasca si sta pensando anche all’utilizzo di un marchio del Dabb. «Sarebbe veramente interessante identificare i prodotti di qualità che di conseguenza vantano un valore aggiunto intrinseco e provengono dalla nostra terra – conclude Bortolo Ghislotti -. Sono molto soddisfatto per aver riunito attorno allo stesso tavolo i diversi protagonisti della filiera del latte di capra, ciascuno con le priorità caratteristiche delle rispettive attività, ma con l’obiettivo comune di creare valore e posti di lavoro per il nostro territorio».

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