Moratorie da rinviare: «Tanti negozi in crisi assediati dai debiti»

La richiesta. Ascom e Confesercenti tornano a chiedere una nuova proroga: mix di criticità con il caro bollette. Un «rosso» da 385 milioni, 4.800 imprese in difficoltà.

Assediati. Con le bollette del caro energia che incombono e i vecchi prestiti che vanno onorati, tanti pezzi di commercio cominciano pericolosamente a scricchiolare. Se non arriveranno provvedimenti da parte del governo l’ipotesi di un autunno che lascia sul terreno chiusure e licenziamenti si fa sempre più concreta. Anche a Bergamo, dove le associazioni di categoria tornano a chiedere a gran voce una sospensione o almeno un allungamento delle vecchie moratorie, dal momento che proprio a settembre sono in scadenza gli ulteriori sei mesi concessi da marzo. Lo chiedono a gran voce i rappresentanti del terziario orobico, che ogni giorno, confrontandosi con i propri associati, hanno modo di verificare quanto la situazione stia diventando sempre più drammatica.

Confesercenti Bergamo ne ha appena avuto conferma da un recente sondaggio commissionato a livello nazionale: «Il problema del credito è particolarmente sentito tra gli esercenti - spiega l’associazione-: solo nel primo trimestre 2022 sono passati a sofferenza 1,8 miliardi di euro di prestiti. Se a questo si aggiunge il caro bollette è facile capire che la situazione sta diventando esplosiva».

«Quello che le imprese ci chiedono anche nel sondaggio - spiega il direttore di Confesercenti Bergamo Filippo Caselli - è sostenere una sanatoria per il rientro dei debiti con le banche (36%), ma anche interventi per il potenziamento del sistema dei confidi (32%). Il 30%, invece, vorrebbe anche la cancellazione di eventuali segnalazioni a carico delle imprese poste in essere nel 2022 dalle banche, mentre oltre uno su quattro (26%) vorrebbe fosse prevista l’estensione delle moratorie sul credito, almeno fino a giugno del prossimo anno». «Non possiamo dunque che farci carico a tutti i livelli di queste richieste - aggiunge Caselli - che rispecchiano delle oggettive difficoltà nel rispondere a un mercato che è ancora carico di tensioni e oscillazioni difficili da prevedere, in special modo per i piccoli imprenditori».

Fortemente convinto di questa battaglia è il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini: «L’appello lanciato poche settimane fa da Confcommercio di intervenire sull’allungamento delle moratorie è ancora più attuale oggi soprattutto alla luce della grave crisi causata dall’esplosione dei costi energetici a carico delle imprese del terziario».

Secondo le stime di Ascom Bergamo sono quasi 385 i milioni di euro di nuovi debiti contratti dalle imprese del terziario bergamasco dallo scoppio della pandemia, circa il 60% dei quasi 650 milioni complessivi delle imprese orobiche. Sono circa 4.800 le imprese (il 20% delle totali) ad aver contratto maggiori debiti, con una media di 80.000 euro per chi ha esposizioni maggiori. Per Fusini, «non saranno solo le imprese di settori già in difficoltà, bar, negozi di prodotti non alimentari, abbigliamento e calzature gioiellerie ecc., ma addirittura quelle di settori che hanno potuto registrare una buona ripresa estiva come alberghi e ristoranti a trovarsi di fronte ad un bivio brutale se pagare le bollette o i debiti in scadenza verso le banche: le ricadute potrebbero essere micidiali».

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