Pagamenti e tetto al Pos: «Bergamo ora è smart: questo è un passo falso»

La polemica.Secondo le associazioni dei consumatori è sbagliato fissare la soglia minima dei 60 euro. Le sigle del commercio: «Commissioni ancora alte»

Continua a tenere banco la discussione su limiti all’uso dei contanti e tetto per il Pos, anche se Bergamo, di recente sul podio delle città più smart d’Italia (è terza secondo la graduatoria 2022 dell’IcityRank) sul fronte digitale, fa sempre più fatica a «digerire» l’ipotesi avanzata dal governo sulla soglia minima di 60 euro, sotto la quale gli esercenti possono riservarsi la possibilità di non accettare bancomat o carta di credito, anche a fronte delle osservazioni di Bankitalia, che ha rimarcato come «il cash costi più delle transizioni digitali, perché il contante ha costi legati alla sicurezza».

Da un lato quindi ci sono i consumatori che chiedono di poter pagare ogni cifra attraverso strumenti digitali, dall’altro i commercianti che lamentano un costo ancora troppo caro delle commissioni, specie se riferito a piccoli pagamenti. Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo: «Secondo noi il tetto per l’uso del Pos è un passo indietro. Ormai il mondo evolve, pagare con carta è vantaggioso, una grande comodità, a patto che uno sia ben conscio della sua disponibilità. Sarebbe importante se, anche solo per il giornale o il caffè, ognuno potesse pagare come meglio crede. Resta comunque un dato di fatto che il dover pagare in contante anziché con la carta viene ormai visto come una limitazione. Le commissioni? A noi risulta che siano calate, quindi queste lamentele del commercio credo lascino il tempo che trovano, senza contare la lotta all’evasione e la tracciabilità».

«Il problema non è la soglia del contante a 30, 40 o 60 euro, ma è la questione dei costi per gli incassi, soprattutto quando si tratta di micropagamenti – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo -. Se per importi bassi si decidesse la gratuità delle commissioni, il problema non sussisterebbe, anche perché bisogna tener conto che in alcuni casi i costi superano i margini dell’esercente». Mina Busi presidente di Adiconsum Bergamo però è perentoria: «I commercianti hanno già avuto un contributo per mettere i Pos, le banche stanno arretrando con i costi delle commissioni, per cui questa soglia dei 60 euro è incomprensibile: un clamoroso passo indietro. Si arriva al paradosso che tanti saranno costretti a prelevare da un bancomat e a quel punto le commissioni del prelievo, se non è la propria banca, le paga il consumatore. Pensiamo ai giovani, hanno tutti il conto on line quindi per loro è quasi inconcepibile pagare cash. E poi così facendo, l’esercente corre anche il rischio di perdere il cliente “digitale”. Infine questo tetto sarebbe in contrasto con gli accordi presi dall’Italia per il Pnrr in tema di lotta all’evasione, quindi l’Europa difficilmente darà il suo ok».

Transazioni digitali: forte rialzo

Ad oggi, secondo Ascom, il transato elettronico raggiunge medie molto alte, intorno al 90% per gli alberghi, 80% per i ristoranti e il 75% per abbigliamento e calzature. Proprio nel commercio però ci sarebbero ancora più di duemila imprese non dotate di Pos, anche se la loro crescita si è moltiplicata negli ultimi mesi, avvicinandosi in provincia ai circa 75 mila dispositivi operativi.

«La scelta spetti al cliente»

«La scelta del come pagare deve spettare unicamente al cliente, ma al contempo non possiamo pensare che i costi di tale scelta ricadano sugli esercenti che spesso stanno banalmente svolgendo un servizio pubblico, come nel caso della vendita di biglietti dei bus, pagamento di F24 o bollettini – fa presente il vicedirettore di Confesercenti Bergamo Cesare Rossi -. Per noi il tema fondamentale restano le commissioni che andrebbero azzerate sotto una certa cifra. In alcuni casi ci sono poi oggettive difficoltà nell’utilizzo del Pos, come nel caso degli ambulanti che operano nei mercati di montagna o quelli itineranti che svolgono una funzione di presidio commerciale e sociale in alcuni paesi sprovvisti di negozi alimentari: qui spesso risulta tecnicamente impossibile usare i Pos per mancanza di linea».

E a proposito di commissioni, in effetti la tendenza è al ribasso, con una media di un punto percentuale in meno rispetto a cinque anni fa: le principali banche italiane evidenziano valori medi attorno all’1% ma anche più basse, senza contare che fino a tutto il prossimo anno viene sempre riconosciuto all’esercizio un contributo fino a 50 euro, attraverso credito di imposta (cioè una riduzione del totale delle tasse da versare), per l’acquisto di Pos.

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