Ristorante chiuso da marzo
Dipendenti ancora senza cig

In ritardo l’indennità di cassa integrazione per i 22 lavoratori de Lalimentari di piazza Vecchia.

Il caso del ristorante Lalimentari (vetrine e tavolini all’angolo tra piazza Vecchia e via Colleoni) è solo uno dei tanti che confermano le difficoltà incontrate dal mondo della ristorazione per poter ripartire. Il locale è ancora chiuso dal 9 marzo e non si sa con esattezza quando potrà riaprire: si spera ai primi di luglio.

Gli aiuti promessi

Sia il titolare, Paolo Chiari, sia i suoi 22 dipendenti fissi sono in attesa degli aiuti per la ripresa sbandierati dal governo ma in grave ritardo nella attuazione concreta. «Ho chiesto un mutuo importante alla banca – afferma Chiari – anche sulla base delle agevolazioni e garanzie date dal governo, ma ci sono voluti due mesi solo per chiarire come doveva essere la procedura. Sino ad oggi non ho avuto nulla. Riaprire in queste condizioni, con i turisti che per ora non ci sono, sarebbe sicuramente lavorare in perdita».

La situazione dei lavoratori

Uguale insopportabile ritardo per i 22 dipendenti, ai quali sinora non è arrivato un euro di cassa integrazione, alla quale hanno diritto dal 23 marzo per 14 settimane, quindi sino alla fine di giugno. Per molte famiglie questo ritardo incide profondamente sull’economia domestica.

«Ho telefonato e scritto all’Inps, al sindacato, alla banca, al Comune – dice uno dei dipendenti – ma nessuno ci sa dare una risposta certa. Rispondono sempre che si risolverà entro la settimana, ma di settimane ne sono passate parecchie, troppe».

Intanto incute un po’ di tristezza il fatto che in piazza Vecchia, uno dei luoghi simbolo di Bergamo, nel cuore di Città Alta, dove tutti i visitatori arrivano obbligatoriamente nel loro giro turistico per conoscere la nostra città, le saracinesche dell’Alimentari siano abbassate: è come una resa umiliante alla burocrazia italiana.

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