Lo scivolone del ministro e le risposte
sbagliate

ITALIA. Mentre al Parlamento europeo si discuteva dell’emergenza migranti nel Mediterraneo e in Italia, e mentre al Senato l’ostruzionismo delle opposizioni costringeva al rinvio (a giovedì) del voto di conversione in legge del decreto cosiddetto Cutro, le forze politiche di maggioranza e di opposizione si accapigliavano sulla «sostituzione etnica».

Tutto è cominciato quando il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (FdI) ad un convegno sindacale ha evocato quel controverso argomento per dire che bisogna aiutare gli italiani a fare più figli e costruire un welfare che aiuti le persone a mettere su famiglia senza pensare di risolvere il drammatico calo demografico (meno di 400mila nascite all’anno, la metà delle morti) ricorrendo - eccolo - alla «sostituzione etnica», ossia ai migranti e alla loro prole. Si dà il caso che «sostituzione etnica» sia un concetto usato da gruppi di estrema destra europei ed americani per condannare un (molto) presunto complotto di forze finanziarie legate alla sinistra che vorrebbero sostituire i bianchi in Occidente con le persone di colore, possibilmente musulmane.

Lollobrigida non ha parlato di nulla di tutto ciò, ha però usato quelle due parole che Elly Schlein, ad una manifestazione contro la politica migratoria del governo ha definito «disgustose» e «rivelatrici di una concezione di suprematismo bianco» che è poi quello cui si ispiravano, tanto per intenderci, gli incappucciati del Ku Klux Klan negli stati americani del Sud negli anni di Martin Luther King. Senza giungere a tanto, Romano Prodi, Carlo Calenda e altri esponenti di centrosinistra hanno a loro volta criticato il ministro sostenendo che le sue posizioni ci tolgono prestigio in Europa. Dove di sicuro la politica migratoria di Giorgia Meloni piace assai poco: lo si è perfettamente capito ascoltando al Parlamento europeo il commissario per la programmazione finanziaria ed il bilancio Johannes Hahn quando ha detto di essere sicuro - ma si trattava di un ammonimento - che le nuove norme che a Roma si stanno varando siano finalizzate a migliorare l’accoglienza e non altro. E il sottinteso riguardava l’annunciata abolizione della cosiddetta protezione speciale che finora è stata concessa in taluni casi (motivi di salute, per esempio) a chi non abbia altri titoli per risiedere legalmente sul nostro territorio.

Nello stesso tempo però il commissario ha dovuto riconoscere che i partner europei hanno accettato di ricollocare solo 950 delle decine di migliaia di migranti giunti sulle coste dell’Italia: «Serviranno dei finanziamenti per far fronte all’emergenza», è stata la conclusione.

Discorso che fa capire bene che Meloni sull’immigrazione in Europa corre dei rischi politici da parte delle forze di centro e di sinistra ma nello stesso tempo non può nemmeno sperare nel sostegno dei suoi alleati di destra che, essendo sovranisti, lo sono nei confronti di chiunque.

Per tornare al tema della natalità proprio la presidente del Consiglio, sia pure senza usare le parole del suo ministro (e cognato) Lollobrigida ha espresso concetti non molto diversi: per far fronte alle necessità delle aziende che non trovano sufficienti forze lavoro, ha detto, non bisogna ricorrere ai migranti, ma aiutare le donne ad entrare nel mercato del lavoro e sostenere le coppie nel loro progetto di avere dei figli per evitare quello che ormai in Italia ha le caratteristiche di un vero choc demografico.

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