Se Nordio corona il sogno di Berlusconi

ITALIA. Fateci caso: più si avvicinano le elezioni europee di giugno – quelle che tutti considerano determinanti sia per il governo che le opposizioni, sia per la destra che per la sinistra – più si scalda l’aria della campagna elettorale e della raccolta voti, più si maneggia il vecchio motto mors tua vita mea, più tornano a gonfiarsi le polemiche sulla giustizia e, insieme, scoppiano casi giudiziari da una parte e dall’altra, così che possano essere caricati come pietre sulle rispettive catapulte.

Il caso del giorno non a caso torna a riguardare i magistrati, l’inesauribile motivo del contendere tra destra e sinistra anche adesso che Berlusconi non c’è più e il conflitto di interesse non produce più guerre asperrime e leggi ad personam. Succede che il governo e il suo ministro della Giustizia Nordio hanno deciso di introdurre davvero i «test psicoattitudinali» nei concorsi per diventare giudici. Ovviamente s’è scatenata una bufera di quelle che ci ricordano gli anni ’90: l’Anm, sull’orlo dello sciopero, accusa il governo di esorbitare dai suoi poteri, di comportamento arbitrario, di attacco all’autonomia della magistratura, alla Costituzione, ecc. ecc. Il procuratore di Napoli Gratteri è arrivato a minacciare il test di alcool e droga ai politici come ritorsione, con l’aria di chi dice «e ne vedremmo delle belle!». L’opposizione è andata subito dietro la protesta delle toghe (con ciò ripetendo un copione straconosciuto) esigendo le dimissioni di Nordio.

Il quale sembra essere l’unico impermeabile alle polemiche: anche ieri alla Camera rispondeva al question time con l’aria di chi stia parlando di ordinarissima amministrazione e non invece nelle vesti del Guardasigilli che finalmente corona un sogno di Silvio Berlusconi. Il quale – lo ricorderà il lettore – nel 2003 se ne uscì con un’intervista a due giornalisti inglesi (uno era Boris Johnson, futuro premier britannico) a dire che i magistrati sono tutti spostati, e che bisogna non essere a posto con la testa per fare quel mestiere, e che appunto bisognerebbe far loro un bel test prima di dargli la toga. Da notare che Berlusconi in quel momento era presidente del Consiglio: venne giù il mondo. Si mosse la sinistra, insorse il Csm col suo vicepresidente Rognoni, si mobilitò l’Arci-Anpi-Cgil, e alla fine si decise ad alzare il telefono anche Ciampi, allora Presidente della Repubblica, per chiedere una rettifica (che arrivò, il Cav disse come al solito che era stato male interpretato e che i due inglesi ospiti a Villa San Martino avevano tracannato troppo champagne, e loro risposero piccati che gli era stato offerto solo thè freddo).

Oggi dunque Nordio corona il desidero di Berlusconi di mettere alla prova il carattere dei futuri Di Pietro e Woodcock, e lo fa con una paciosità veneta che manda fuori dai gangheri gli avversari. I quali si rifanno col caso Santanchè chiedendone le dimissioni che lei fortissimamente rifiuta di dare anche in caso di rinvio a giudizio, e perciostesso sta creando non pochi problemi dentro la maggioranza visto che mezzo FdI e tutta la Lega spingono perché faccia le valigie. Inoltre è tornato alla ribalta il caso Pozzolo (ricordate?, il deputato accusato di aver sparato la notte di Capodanno ferendo uno che gli stava vicino) perché una perizia sembra dimostrare che fu proprio lui – che nega – a premere il grilletto mentre salutava il nuovo anno insieme al viceministro Del Mastro. E anche su di lui le opposizioni non si risparmiano. Naturalmente a questo fuoco di fila non manca la reazione: le catapulte di destra sono pronte a bombardare ancora il sindaco Decaro e il suo Comune di Bari a rischio di scioglimento per mafia. E le elezioni sono solo a giugno.

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