Settimana della cultura: patrimonio di tutti

Cultura. «In Africa - scrive Nelson Mandela - esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri». Se la pandemia negli ultimi anni ci ha insegnato qualcosa, è proprio la centralità delle relazioni, dell’ascolto, del senso di comunità.

Sta in questo la grande bellezza degli oltre duecento appuntamenti promossi nell’ambito della Settimana della cultura della diocesi di Bergamo, seguendo il filo conduttore «Nella città di tutti» che contiene un messaggio forte di apertura. Si accendono i riflettori sulle comunità locali: gli attori protagonisti di questo ampio movimento sono infatti parrocchie, associazioni, gruppi, movimenti, congregazioni religiose. L’auditorium della Casa del Giovane per la presentazione ufficiale ieri era stracolmo, segno di un significativo desiderio di esserci e di fare la propria parte in un’azione corale che valorizza l’impegno di tutti. Questa mobilitazione è espressione della straordinaria vitalità e creatività del nostro territorio.

Fa emergere un ricco e variegato patrimonio d’arte, storia, musica, letteratura, libri, documenti. Un patrimonio che alimenta vita quotidiana e ne trasporta la complessa tessitura attraverso il tempo e lo spazio. Ci sono centinaia di volontari impegnati nei cori, negli archivi, nelle biblioteche, nei gruppi teatrali, nei cineforum, nei circoli culturali e artistici. Ognuno di essi profonde impegno non solo per alimentare la propria passione, ma per condividerla a servizio di tutti. Per mettere a punto il calendario degli eventi che si svolgeranno dal 15 al 23 aprile si sono impegnate lavorando fianco a fianco persone di generazioni diverse. Sono state attivate reti e collaborazioni inedite con soggetti di vari ambiti. Si sono impegnati in prima linea tutti gli istituti culturali diocesani, con un costruttivo lavoro di squadra.

Scorrendo il calendario si resta sorpresi e incuriositi dall’originalità delle proposte e dalle energie dispiegate per realizzarle: come se ognuno avesse acceso una luce, e tutte insieme formassero una costellazione mai vista. Mille modi diversi per esprimere una visione della realtà, per tradurre nei linguaggi della contemporaneità storie e valori che costituiscono le fondamenta della nostra società, sulle quali si regge la storia della terra bergamasca, generosa e culturalmente molto fertile. Un’azione collettiva che incarna molto bene lo spirito di BergamoBrescia2023 Capitale della cultura, e offre uno spazio di primo piano a un mondo che finora, nell’avvio delle manifestazioni, era rimasto un po’ in ombra.

La Settimana della cultura, con il suo clima di festa diffusa, è un’occasione per tutti, e ci auguriamo che molti decidano di prendervi parte per toccare con mano questa esperienza. Non rappresenta un traguardo, ma un punto di partenza. Contribuisce ad alimentare la consapevolezza dei punti di forza delle comunità locali (a volte ignoti anche a chi ci vive), rafforza la disposizione a essere (o diventare) «chiesa estroversa».

Mette in evidenza l’importanza del racconto, elemento centrale per tutti gli eventi di questa Settimana, declinato nelle forme più varie, come modo per instaurare nuovi legami, far circolare le idee, stupirsi e imparare anche dall’opera degli altri. Risveglia un insopprimibile desiderio di rinascita, per scrollarsi di dosso il senso di declino, di deriva individualistica e di isolamento che caratterizza quest’epoca d’incertezza e ritrovare slancio e coraggio, anche nel sostenere iniziative culturali come queste. Come scrive, ancora, Nelson Mandela: «Possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure».

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