Sicurezza, la prova
di forza di Salvini

Com’era prevedibile, per approvare il decreto sicurezza bis la Lega di Salvini ha voluto la prova di forza, ovvero ha posto la fiducia. Il testo è stato presentato in Senato senza nemmeno un relatore (e approvato senza il voto di cinque senatori dei 5 Stelle), e senza che siano stati esaminati i 1.200 emendamenti presentati. «Un bel regalo nel giorno di Medjugorie» ha chiosato il ministro dell’Interno, continuando a utilizzare i simboli e i luoghi della fede per dare un rivestimento cattolico a ciò che cattolico non è.

Se invece di ostentare il Vangelo e la Bibbia Salvini li aprisse, scoprirebbe che il Samaritano non è un comunista o un «buonista» ma interpreta la logica evangelica. Salvare delle vite umane è per un cristiano un imperativo. Ma è un imperativo anche accogliere uno straniero: «Sii misericordioso, sii aperto ai bisogni dello straniero, perché anche tu sei stato straniero in Egitto», recita il Levitico. D’altra parte, la fuga in Egitto di Giuseppe, Maria e Gesù per scappare alla persecuzione di Erode è una delle tante richieste di asilo di cui è segnata la storia dell’umanità.

Inoltre, come ha scritto l’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick «c’è una continuità nella logica della carità verso il migrante, che trova una piena corrispondenza nell’ambito civile». A cominciare dalla nostra Carta, che ha come obiettivo fondamentale la pari dignità di tutti i cittadini, italiani e stranieri, come recitano l’articolo 3 e e l’articolo 10 (scritti in un momento in cui i migranti eravamo noi).

Questo decreto istituisce il reato di salvataggio in mare e ha già visto le sue conseguenze nel cimitero del Mediterraneo e al largo di Lampedusa, a cominciare dall’eroico comportamento del capitano del motopeschereccio che si è rifiutato di lasciare a sé stessi 50 migranti su un gommone che affondava. Si tratta di un atto di disobbedienza civile. Ciò che viene richiesto da due mesi a questa parte agli uomini di mare. Perché se il comandante di una nave vede un barcone affondare con delle vite che si agitano tra le onde, dovrà riflettere sul fatto che se le soccorre la sua imbarcazione verrà sequestrata, dovrà pagare una multa e rischierà l’arresto se la conduce in un porto italiano e non nell’inferno libico, che è tutto tranne che un porto sicuro.

Se lo scopo di questa legge è quello di utilizzare i migranti come merce per fare pressione sull’Unione europea affinchè si cambino le regole sulle quote di afflusso o affinché gli altri Stati membri affrontino il problema, allora siamo sulla strada sbagliata: perché non si può fare politica sulle vite delle persone. Il salvataggio di un uomo, di una donna, di un bambino (ieri è morto tra i flutti un neonato di 5 mesi) è un obbligo fondamentale per tutti ma è lo è ancora di più per un cattolico. Salvini dunque lasci stare Medjugorie.

Sul piano politico, come si è visto, la votazione della fiducia al decreto ha provocato parecchi mal di pancia in seno ai 5 Stelle. Molti senatori hanno esercitato una sorta di obiezione di coscienza, perché da quelle parti disobbedire agli ordini di scuderia implica la fuoriuscita immediata dal Movimento, senza troppi complimenti. Qualcuno, di fronte a una legge che calpesta i diritti umani, si è ribellato, la maggioranza del Movimento no. La volontà di tenere in piedi un governo che ormai è legato con lo scotch ed evitare elezioni anticipate ha prevalso. Forse un atto più coraggioso e meno miope da parte dei seguaci di Grillo e Casaleggio non avrebbe guastato. La legge probabilmente verrà respinta nei suoi assunti fondamentali dalla Corte Costituzionale. Ma a quel punto sarà troppo tardi. Salvini sarà già passato all’incasso elettorale, in quest’Italia del Papete che ha tanta voglia di populismo, come ci fanno sapere i sondaggi tutti giorni.

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