Mozzo, morto a 31 anni dopo la lite: il fratello non si dà pace. Il legale: si è difeso

MOZZO. Il giovane, ricoverato da domenica 25 giugno in Rianimazione, non ce l’ha fatta. Forse oggi l’autopsia. Si aggrava la posizione del familiare 26enne già agli arresti domiciliari, ora è accusato di omicidio.

È morto giovedì mattina - 29 giugno - G.M., il 31enne che da domenica 25 era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale in seguito a una lite con il fratello minore, avvenuta nella loro casa a Mozzo. Il magistrato ha disposto l’autopsia, che potrebbe essere eseguita già venerdì 30 giugno. Gli esami potrebbero far emergere ulteriori elementi importanti ai fini processuali. Il familiare della vittima, 26 anni, è ora accusato di omicidio. Intanto, mercoledì pomeriggio, quando l’accusa era ancora di tentato omicidio, il 26enne L.M. aveva risposto alle domande del gip Maria Beatrice Parati che, già in tarda serata aveva convalidato l’arresto confermando la misura cautelare dei domiciliari.

La difesa: «Nessuna volontà di uccidere»

L’avvocato Rosario Coppola, che con il collega Francesco Coppola assiste il giovane, ha rimarcato la tesi della «legittima difesa», ribadendo che «non c’era nessuna volontà di uccidere», anzi L.M. è «disperato» perché è accaduto «tutto quello che non avrebbe mai voluto che accadesse. Voleva un bene dell’anima al fratello e ha fatto di tutto per cercare di farlo stare meglio». Il giovane si sarebbe solo difeso dall’aggressione del fratello. Già in discoteca G.M., come confermato dai testimoni, aveva colpito e insultato il fratello minore, intervenuto per calmarlo mentre stava discutendo con una terza persona. Un’aggressione poi ripresa anche in casa, quando c’è stato il tragico epilogo. Il 26enne ha riportato la frattura del naso e di una mano, ed ecchimosi su tutto il corpo, in particolare nella zona cervicale e scapolare (la prognosi è di 30 giorni). Fin da subito L.M. ha affermato di essersi difeso dal fratello. E sembra inoltre che il maggiore, che frequentava il Cps, avesse già avuto in passato atteggiamenti aggressivi verso il più piccolo della famiglia. I legali sono quindi certi che, nel corso delle indagini, la procura (titolare del fascicolo il pm Guido Schininà) farà tutto ciò che serve per accertare la verità dei fatti. Che, ritengono, dipinge un quadro chiaro: domenica mattina il 26enne ha agito per «legittima difesa». Ma non voleva fargli del male, e ora è disperato, così come il resto della famiglia.

Il sindaco: «Dispiacere e sconforto»

Anche in paese si respira sgomento per l’accaduto, come ha confermato il sindaco Gianluigi Ubiali, che ha espresso «assoluto dispiacere e sconforto per l’accaduto». Il pensiero è andato al giovane deceduto, ma anche al fratello «che comunque vada a livello giudiziario, avrà la vita segnata», e alla madre dei due ragazzi. Il sindaco ha espresso la volontà di «trovare il modo per far visita alla madre» con tutta la delicatezza necessaria in questo momento. Lui non conosceva personalmente la famiglia, che non era segnalata ai Servizi sociali.

Colluttazione in casa

Il 26enne ha raccontato, prima ai carabinieri che lo hanno arrestato, per poi confermarlo davanti al giudice, quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica. Prima la serata in discoteca a Seriate. Dove il maggiore inizia a litigare con una terza persona e L.M. interviene per calmarlo. Ma diventa l’oggetto della furia del fratello, che lo insulta e lo colpisce. Poi i due rientrano nella casa di Mozzo, dove vivono con la madre. Ormai inizia a fare giorno. G.M. riesplode e colpisce il fratello minore. Che cerca di difendersi. I due finiscono in terra. Il maggiore mette le mani intorno al collo di L.M. che, non riuscendo ad allontanarlo, a sua volta lo stringe al collo. A quel punto, il 31enne va in arresto cardiaco. Il più giovane grida alla madre di chiamare i soccorsi e tenta anche di praticargli il massaggio cardiaco. Il 31enne finisce in ospedale, in rianimazione, in coma irreversibile. Giovedì, la notizia della morte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA