«Riscoprire la Mai, patrimonio dei bergamaschi». La direttrice Iommi: «Tutta da vivere»

L’INTERVISTA. Energica, un’«eterna ottimista» come si definisce lei stessa: Cristiana Iommi è la nuova direttrice della storica biblioteca, con tre obiettivi che mettono al centro i cittadini.

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Energica, un’ «eterna ottimista» come si definisce lei stessa: Cristiana Iommi è la nuova direttrice della Biblioteca Mai ed è già al lavoro con un piano progettuale ben definito dove la Mai sarà sempre «più aperta ai cittadini e a disposizione dei bergamaschi: per me - spiega - vivere la biblioteca significa vivere tutta l’esperienza e la ricchezza del passato, farne uso per il presente e visione per il futuro».

Marchigiana con esperienze in giro per tutta l’Italia, a Bergamo era già stata come turista: «Conoscevo la Mai prima di arrivare qui, è ovviamente una delle biblioteche storiche che si studiano e si conoscono quando si studia il libro antico: il suo impatto non è stata una sorpresa. Quello che è stata la sorpresa della Mai è il backstage cioè tutti i depositi, gli archivi, gli spazi, quelli non accessibili al pubblico che sono veramente enormi: ospitano 750 mila volumi».

E ora le sue idee sono molto chiare: «Il mio progetto per la Mai è una biblioteca al centro della città, inserita nelle relazioni culturali: Bergamo è una città con un’energia eccezionale, grandissime potenzialità che spesso forse vanno stimolate, vanno ricercate in relazione con anche le altre istituzioni». Ha una gran voglia di «fare insieme» spiega Cristiana Iommi, che ha tre obiettivi per la Mai: «Internazionalizzarla, portarla più fuori Bergamo ma anche nazionalizzarla e farla arrivare in tutta Italia: questo si fa attraverso la valorizzazione e la promozione del nostro patrimonio, unico nel nostro Paese».

Secondo obiettivo riguarda il mondo della scuola: «Una continua e metodica attività con le scuole che mi prefiggo: educare le giovani generazioni alla bellezza anche dei luoghi, non semplicemente nella consultazione di materiale documentario storico bibliografico di qualità eccezionale, porterà un grande beneficio nella vita di ognuno di loro indipendentemente dalle professioni che si andranno a fare - spiega ancora Cristiana Iommi -. Un progetto a cui tengo molto ad esempio è questo: ho invitato i docenti di materie letterarie ad insegnare i testi attraverso le edizioni originali che noi abbiamo in Mai. Questo perché dico, un po’ anche sorridendo, che magari un giorno nessuno si ricorderà la “Gerusalemme liberata”, ma si ricorderà di averla studiata all’interno della Sala Tassiana della Mai».

Terzo obiettivo? «Sono sincera, questo mi sembra il più semplice: è quello di coinvolgere di più i cittadini perché trovo che in questa città ci sia una partecipazione civica culturale molto diffusa, molto sentita. E quindi il rapporto tra le istituzioni e il cittadino rimane più semplice che in altre realtà».

Vulcanica, Bergamo le piace e le piace anche città bassa, «che non conoscevo e che ora mi affascina». Impossibile non chiederle a questo punto il suo libro del cuore, anche se ammette che è una domanda «un po’ personale»: «Gli autori sudamericani sono i miei preferiti e quindi su due piedi direi “Gabriella, garofano e cannella” di Jorge Amado».

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